Iniziativa Servizio civico: «No, senza controprogetto»


Lo pensa la Commissione della politica di sicurezza del Consiglio nazionale (CPS-N), che oggi si è espressa per 21 voti a 3 in questo senso.
Lo pensa la Commissione della politica di sicurezza del Consiglio nazionale (CPS-N), che oggi si è espressa per 21 voti a 3 in questo senso.
BERNA - L'iniziativa popolare "Per una Svizzera che si impegna (Iniziativa Servizio civico)" va bocciata senza presentare alcun controprogetto. Lo pensa la Commissione della politica di sicurezza del Consiglio nazionale (CPS-N), che oggi si è espressa per 21 voti a 3 in questo senso.
L'iniziativa chiede che le persone di cittadinanza svizzera prestino «servizio a beneficio della collettività e dell'ambiente» sotto forma di servizio militare o di un altro servizio di milizia equivalente.
Secondo la commissione, riferiscono in una nota i servizi del Parlamento, il testo va respinto poiché, anche in futuro, lo scopo fondamentale dell'obbligo di prestare servizio deve rimanere quello di garantire l'apporto di personale all'esercito e alla protezione civile e non quello di imporre ai cittadini l'adempimento di compiti a favore della collettività e dell'ambiente.
La maggioranza ritiene che per garantire tali effettivi siano prioritarie le riforme delle leggi sul servizio e sulla protezione civile, nonché la rapida introduzione di un obbligo di prestare servizio di sicurezza, come richiede una mozione della stessa CPS-N. Inoltre, critica il fatto che, in caso di accettazione dell'iniziativa, al mercato del lavoro sarebbe sottratto un numero doppio di lavoratori rispetto a oggi e questo graverebbe in modo sproporzionato sull'economia.
La commissione fa anche notare come sia poco sensato impiegare lavoratori, in veste di persone soggette all'obbligo di servizio, per compiti per i quali risulterebbero meno qualificati rispetto alla loro abituale attività professionale. Vi sarebbero infine possibili distorsioni della concorrenza e una possibile esclusione di lavoratori poco qualificati dal mercato.
Una minoranza chiede invece alla sua Camera di raccomandarne l'accettazione alle urne, in quanto l'introduzione di un servizio a favore della collettività e dell'ambiente contribuirebbe all'effettiva parità di trattamento tra uomo e donna.
La proposta di contrapporre al testo un controprogetto diretto comprendente parti sostanziali dell'obbligo di prestare servizio in funzione del fabbisogno è stata respinta per 22 voti contro 2. Niente da fare (16 a 6) nemmeno per quella di un controprogetto indiretto, volto a ridurre il tempo massimo di lavoro settimanale a 38 o 45 ore allo scopo di creare maggiore spazio per impegni di volontariato. Il plenum tratterà l'oggetto nel corso della prossima sessione primaverile.