Alloggi di proprietà un po' meno cari, ma aumentano gli affitti

Nel confronto con dicembre spicca l'incremento delle pigioni di Zurigo, mentre sul fronte opposto va sottolineato il calo del Ticino.
ZURIGO - Il prezzo di un alloggio in proprietà è sceso in gennaio, mentre sul fronte degli affitti si assiste a un'ulteriore progressione: è questa, in estrema sintesi, l'indicazione che emerge oggi dallo Swiss Real Estate Offer Index, un indice basato sugli annunci immobiliari.
A fine dicembre il prezzo richiesto dagli offerenti per una casa unifamiliare si è contratto del 2,1% rispetto a fine dicembre, secondo il parametro calcolato da ImmoScout24 - entità di SMG Swiss Marketplace Group, che riunisce diversi portali - insieme alla società di consulenza zurighese IAZI. Il costo di un appartamento in proprietà per piani è diminuito in modo meno marcato, dello 0,6%. Su base annua si registrano però aumenti: rispettivamente +1,4% (case) e +1,0% (appartamenti).
Gennaio ha portato intanto anche un ulteriore crescita delle pigioni. I nuovi canoni offerti - sempre in base alle indicazioni dello Swiss Real Estate Offer Index - sono saliti dello 0,9% a livello mensile e dello 0,3% su base annua. Nel confronto con dicembre spicca il sensibile incremento di Zurigo (+2,5%), mentre sul fronte opposto va sottolineato il calo del Ticino (-1,4%).
«Nel complesso, il mercato immobiliare svizzero continuerà a essere caratterizzato da tassi di interesse bassi e forse in flessione», commenta Martin Waeber, dirigente presso SMG, citato in un comunicato. «Ciò significa minori costi di finanziamento per i potenziali acquirenti e per coloro che hanno ipoteche in scadenza».
«Nel frattempo, gli inquilini con contratti in essere possono sperare in una riduzione dell'affitto, grazie a un possibile adeguamento del tasso ipotecario di riferimento il primo marzo 2025, a seconda della loro situazione iniziale», prosegue l'esperto. «Ma chiunque voglia trasferirsi in un nuovo immobile in affitto deve aspettarsi un aumento delle pigioni nei prossimi mesi, a causa della situazione di scarsità dell'offerta», conclude lo specialista.