Una tassa sui resi dello shopping online: la proposta che fa discutere


Restituire un indumento acquistato sulle piattaforme web potrebbe non essere più un’operazione gratuita.
La discussione approda in commissione Ambiente agli Stati
Restituire un indumento acquistato sulle piattaforme web potrebbe non essere più un’operazione gratuita.
La discussione approda in commissione Ambiente agli Stati
BERNA - Lo shopping online sta vivendo un vero e proprio boom: invece di infilarsi tra gli scaffali dei negozi, molti svizzeri preferiscono mettersi comodi sul divano e "visitare" i negozi online di Zalando, Shein o H&M.
Lo svantaggio è che non è possibile provare i vestiti prima di acquistarli. Ciò significa che i capi ordinati vengono sovente rispediti indietro: con alcuni rivenditori, tra cui il leader del settore Zalando, questa operazione è gratuita.
La situazione, in Svizzera, potrebbe cambiare. La Commissione per l'ambiente degli Stati, infatti, sta discutendo se introdurre una tassa ad hoc sulla restituzione anticipata (i soldi trattenuti in anticipo verrebbero restituiti a chi conserva la merce).
Il parlamentare dei Verdi Michael Töngi è soddisfatto dell'attivismo del Consiglio degli Stati. Ha sollevato la stessa idea al Nazionale nel 2021. «Sono contento che ci si stia impegnando su questo tema - ha dichiarato a 20 Min - Ora è necessaria la pressione del Parlamento per costringere il Governo ad agire».
Secondo Greenpeace, ogni anno in Svizzera finiscono tra i rifiuti circa 80’000 prodotti tessili invenduti e 300 tonnellate di elettrodomestici e apparecchi elettronici. «Gli acquisti online e soprattutto i resi gratuiti contribuiscono a questo fenomeno dannoso», afferma Thomas Wälchli, Fondazione svizzera per l'energia.
Contraria alla proposta la Federazione svizzera dei dettaglianti: «Dovrebbero essere le aziende a poter decidere liberamente, senza obblighi imposti», commenta la direttrice Dagmar Jenni.




















