Sciroppo per la tosse come droga, sospeso un farmacista

Il farmaco a base di codeina, noto oppioide, veniva rivenduto sul mercato nero.
ZURIGO - Il makatussin è un comune sciroppo per la tosse, presente da decenni sul mercato. E mentre un tempo bastava presentarsi al bancone del farmacista e richiederlo, da tre anni a questa parte è necessaria la prescrizione medica. Non solo. I farmacisti sono anche obbligati a registrare gli spostamenti del medicamento, poiché contenente codeina, principio attivo appartenente alla famiglia degli oppioidi.
Un farmacista, cittadino tedesco, attivo in una farmacia del canton Zurigo è finito nei guai per aver ordinato una «grande quantità» dello sciroppo per la tosse in questione per terzi non «autorizzati a ottenerlo, usarlo o dispensarlo», oltre ad aver inoltrato loro le forniture. A raccontare la vicenda il Tages-Anzeiger, secondo cui l'Ufficio di controllo dei medicamenti del canton Zurigo ha per queste ragioni ritirato la licenza professionale. All’uomo è stato dunque fatto divieto a titolo precauzionale di «lavorare come farmacista sotto la propria responsabilità professionale», si legge nella sentenza recentemente pubblicata dal Tribunale federale. Attualmente è in corso un’indagine penale. Il farmacista è accusato di aver violato ripetutamente e gravemente il suo dovere di diligenza nel dispensare uno sciroppo per la tosse contenente codeina, potenzialmente assuefacente. Oltre di aver contribuito al commercio di farmaci contenenti stupefacenti.
Giustificazioni non credibili
Nonostante il tentativo dell'uomo di fornire una motivazione agli ingenti acquisti di sciroppo a base di codeina, gli indizi avrebbero invece avallato l’ipotesi secondo cui fosse ben consapevole che le forniture erano destinate alla vendita e all’uso da parte di un gran numero di consumatori. Secondo il Tribunale federale si sarebbe dovuto aspettare che «gran parte dello sciroppo per la tosse sarebbe finito sul mercato nero e usato in modo improprio», si legge nella sentenza.
Coca cola e sciroppo per la tosse
La stretta sulle vendite di medicamenti a base di sostanze oppiacee è stata decisa per contenere il diffuso abuso di droghe di facile reperimento. Una tendenza sempre più diffusa tra adolescenti e giovani che vede mischiare quello che appare come un banale sciroppo per la tosse insieme a una bevanda dolce, ma anche con alcol, droghe o altri farmaci, come per esempio la morfina.
Presentato il ricorso
Non è noto da quanto tempo il farmacista rivendesse lo sciroppo per la tosse sul mercato nero, tanto meno la quantità rivenduta. Il farmacista, dal canto suo, ha presentato ricorso. Ora la parola spetta alla Magistratura che deciderà se il divieto imposto sia giustificato o meno. Il suo ricorso è all’esame del Tribunale amministrativo.



