Ticinesi pazzi per Temu: «Il prezzo fa la differenza»

In tutta la Svizzera nessuno fa più acquisti di noi sugli e-shop via app made in China. Ecco perché.
ZURIGO - I negozi online cinesi piacciono agli svizzeri, in particolare ai ticinesi. Un sondaggio rappresentativo condotto da Comparis ha rilevato che nel 2024 il 52% della popolazione ha effettuato almeno un ordine su Temu, Shein, Aliexpress e Wish.
È Temu il negozio più amato da coloro che hanno partecipato al sondaggio: il 47% dichiara di aver compiuto un acquisto, contro il 20% su Aliexpress e il 16% su Shein. Due terzi degli acquirenti si dicono soddisfatti degli ordini. L’esperto in finanze dei consumatori di Comparis Michael Kuhn commenta: «Il fatto che il 52% di tutti gli intervistati abbia già ordinato da almeno uno negozio online cinese indica che queste piattaforme sono ormai molto conosciute e utilizzate da un numero sempre maggiore di persone».
A rivolgersi a queste piattaforme sono principalmente donne (57%), le quali prediligono Temu e il gruppo di fast fashion Shein. Aliexpress è invece il negozio di riferimento degli uomini, mentre per Wish non ci sono grosse differenze di genere.
Le famiglie, con una quota pari al 60%, approfittano di queste offerte convenienti molto più spesso rispetto alle economie domestiche composte da una o due persone (rispettivamente il 49% e il 45%). Anche per quanto riguarda il livello di istruzione la forbice si apre: mentre le persone con un livello basso e medio hanno ordinato articoli nei negozi cinesi per una quota pari al 56%, tra quelle con un diploma di scuola universitaria superiore o un titolo universitario la percentuale scende al 49%.
Ticinesi fan dei cinesi - In quale regione linguistica vanno più forte i portali cinesi a basso costo? È presto detto: in Ticino. La percentuale di chi ha fatto almeno un acquisto nel 2024 è pari al 69% - contro il 57% della Romandia e il 19% della Svizzera tedesca.
«In Ticino in particolare l’attenzione ai prezzi è molto elevata. Lo dimostra il sondaggio di Comparis sulle finanze personali. E anche nella Svizzera francofona un’ampia parte della popolazione apprezza lo shopping a basso costo», osserva Kuhn.
Più il salario è basso, più si clicca su «Acquista» - Le differenze sono notevoli anche in base al livello di reddito: gli intervistati con un reddito lordo dell’economia domestica fino a 4’000 (59%) e da 4’000 a 8’000 franchi (55%) acquistano molto più spesso dagli shop online cinesi rispetto a chi ha un reddito superiore a 8’000 franchi (47%).
«Chi percepisce un reddito più basso guarda necessariamente di più al portafoglio e preferisce fare acquisti a prezzi convenienti», afferma l’esperto Comparis. «Da Temu & co., ad esempio, è possibile acquistare oggetti di uso quotidiano, vestiti e accessori a prezzi molto inferiori rispetto ai negozi o ai portali online svizzeri. La mancanza di garanzie di qualità o una sicurezza a volte insufficiente del prodotto non influiscono praticamente sulla scelta».
A fare la differenza è il prezzo - Il motivo principale per cui gli svizzeri ordinano la merce sulle piattaforme online cinesi non sorprende: al primo posto si trovano i "prezzi bassi" con il 71%. Al secondo posto, lontano dalla vetta, ci sono i "prodotti introvabili altrove" con il 12%, seguiti dalla "varietà dell’offerta" con il 6%.
«Temu, Shein ecc. attirano la clientela con offerte, sconti speciali e prodotti gratuiti a partire da un determinato importo di acquisto. L’enorme assortimento non ha quasi alcuna importanza per i consumatori. Quello che conta è il prezzo, e in questo i portali online cinesi non hanno rivali», afferma l’esperto Comparis. Le critiche sulla qualità scadente di questi siti non compromettono il giudizio della maggior parte della clientela: il 28% si definisce molto soddisfatto degli ordini, il 44% piuttosto soddisfatto. Al contrario, solo il 6% degli intervistati è piuttosto o molto insoddisfatto.
«La maggior parte delle persone acquista da negozi online cinesi per via dei prezzi bassi. Di conseguenza, anche le aspettative sul prodotto sono più facili da soddisfare rispetto a un articolo più costoso», afferma Kuhn.
Temu al primo posto globale - Alla domanda su quale fornitore fosse stato utilizzato più frequentemente negli ultimi dodici mesi per acquistare beni o servizi, Temu si è posizionato al primo posto con il 18% delle preferenze. Le donne hanno menzionato il negozio cinese con una percentuale del 23%, decisamente più alta rispetto agli uomini, che arrivano al 14%.
Al secondo posto troviamo Digitec Galaxus con il 17%. Gli uomini, con il 21%, hanno ordinato dal rivenditore svizzero molto più delle donne (12%). Su Zalando, al terzo posto, il rapporto di genere si inverte di nuovo: le donne dominano con il 18%, seguite dagli uomini con il 13%.
«I negozi cinesi a basso costo mettono sotto pressione i portali online svizzeri. La frequenza degli ordini però non ha nulla a che fare con l’importo degli acquisti e i prodotti di qualità superiore rimangono una prerogativa dei fornitori svizzeri», afferma Kuhn.
Acquisti ogni 2/3 mesi - Il 69% degli svizzeri ordina su negozi online almeno una volta ogni due o tre mesi. Il 2% acquista su siti web più volte e il 5% circa una volta a settimana tramite smartphone, tablet o computer portatile. Al contrario, il 5% degli svizzeri non acquista mai da e-commerce e il 24% lo fa meno di una volta ogni due o tre mesi. In questo contesto emerge che gli uomini acquistano online più spesso delle donne. Inoltre, le persone con un reddito da 4’000 a 8’000 franchi e a partire da 8’000 franchi al mese ordinano più spesso rispetto a chi percepisce un salario basso (meno di 4’000 franchi).
































