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Il Pil si contrae dello 0,5% e Trump accelera sulla Fed

Affonda il dollaro, ai minimi dal 2023
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Fonte Ats Ans
Il Pil si contrae dello 0,5% e Trump accelera sulla Fed
Affonda il dollaro, ai minimi dal 2023

WASHINGTON - L'economia americana si contrae più del previsto con i consumatori che stringono la cinghia. Il PIL del primo trimestre ha segnato un -0,5%, oltre le attese degli analisti e delle stimi iniziali, segnalando un rallentamento significativo dell'Azienda America, sulla quale si continuano ad addensare le nubi dei dazi.

Se le Borse europee chiudono deboli, Wall Street avanza decisa ignorando la contrazione economica e i rischi all'orizzonte, in primis la scadenza della pausa di 90 giorni concessa dal presidente Donald Trump sui dazi reciproci.

Post Powell - A sostenere i listini americani sono le indiscrezioni su un'accelerazione della nomina del prossimo presidente della Federal Reserve. Il mandato di Jerome Powell scade nel maggio del 2026 ma, riporta il "Wall Street Journal", Trump è intenzionato a scegliere e nominare il suo successore dopo l'estate, forse già a settembre o ottobre.

Il presidente ha detto nei giorni scorsi di avere "tre o quattro" possibili candidati per sostituire il "terribile" Powell, accusato ripetutamente di essere uno "stupido" per non voler voluto tagliare i tassi di interesse. Fra i papabili candidati ci sarebbero l'ex governatore della FED Kevin Warsh e il numero uno del consiglio economico nazionale Kevin Hassett. Ma anche il segretario al Tesoro Scott Bessent, il negotiator-in-chief sul dossier dei dazi, e l'ex presidente della Banca mondiale David Malpass.

La Casa Bianca non commenta le voci, limitandosi a dire che l'amministrazione è al momento concentrata sull'approvazione del budget, il "big, beautiful bill" tanto voluto da Trump che sta incontrando difficoltà in Senato.

Dollaro ai minimi da due anni - L'accelerazione sulla FED affonda il dollaro, sceso vicino ai minimi dal 2023 nei confronti delle principali valute, con l'euro balzato ai massimi dal 2021, arrivando a essere scambiato a 1,1740 dollari. Ad appesantire il biglietto verde è l'attesa della nomina di una colomba alla guida della FED in grado di "esaudire" il desiderio del presidente di vedere tassi più bassi. Una scelta mesi prima della scadenza del mandato di Powell consentirebbe inoltre di influenzare le aspettative sul costo del denaro, aumentando la pressione sull'attuale numero uno della banca centrale.

Se da un lato brindano alla prospettive di un allentamento della politica monetaria, gli investitori non sono del tutto convinti sulle modalità di procedere di Trump. Un tentativo così diretto di influenzare la banca centrale rischia infatti di minarne l'indipendenza e la fiducia, mettendo in pericolo il ruolo della FED a livello globale. Senza contare l'effetto che questo potrebbe avere sulle sue capacità di centrare il duplice mandato sulla stabilità dei prezzi e la massima occupazione, con possibili effetti negativi sull'economia americana, già indebolita dai dazi.

Il calo del PIL nel primo trimestre, seppur in parte dovuto alle tecnicalità con cui viene calcolato l'import, non include il "Liberation Day", il 2 aprile usato da Trump per annunciare le tariffe reciproche. E questo lascia ipotizzare, secondo alcuni analisti, un possibile ulteriore rallentamento nei mesi successivi. Il quadro potrebbe peggiorare se entro il 9 luglio, quando scadrà la pausa decisa da Trump, i dazi reciproci dovessero tornare ai livelli annunciati in aprile, aprendo la strada a una possibile recessione.

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