A Gaza «si muore di fame», ma la colpa è di Hamas

Donald Trump non condivide l'opinione di Benjamin Netanyahu e pensa che l'organizzazione terroristica palestinese non libererà gli ultimi ostaggi: «Sono come il loro scudo»
TURNBERRY - Un luogo piuttosto insolito per un vertice politico, un campo da golf. Ma nulla è troppo particolare, se si parla di Donald Trump. Il presidente statunitense ha incontrato il primo ministro britannico Keir Starmer nel suo resort di Turnberry, in Scozia.
All'ordine del giorno di questo bilaterale c'è una varietà di temi, soprattutto quelli della più stringente attualità come i dazi e la situazione di Gaza. «Non prendo una posizione sul riconoscimento dello Stato palestinese» ha dichiarato Trump parlando con i giornalisti.
A proposito della carestia e dei morti di fame nella Striscia di Gaza, un reporter ha chiesto a Trump se fosse d'accordo con le frasi del primo ministro Netanyahu, che ha negato che a Gaza ci sia la fame. «Voglio dire, stando a quanto ho visto in televisione, direi di no, perché quei bambini sembrano molto affamati», ha risposto l'inquilino della Casa Bianca. Ci sono «molte persone che muoiono di fame».
Ma la responsabilità di tutto ricade su Hamas, ha aggiunto. Gli Stati Uniti hanno «dato un sacco di soldi e di cibo» alla popolazione, ma è stata l'organizzazione palestinese a sottrarne gran parte. L'impegno non dev'essere solo statunitense, ha aggiunto Trump: «Le altre nazioni dovranno farsi avanti» e l'Unione europea dovrebbe aumentare il suo sostegno «sostanzialmente», come gli avrebbe assicurato Ursula von der Leyen.
Starmer, a proposito di Gaza, ha parlato di «crisi umanitaria» e «catastrofe assoluta». «È una catastrofe assoluta. Credo che la gente in Gran Bretagna sia disgustata nel vedere ciò che vede sui propri schermi», ha aggiunto il primo ministro. Sul tema degli ostaggi, che si trascina da lungo tempo, Trump è convinto che Hamas non rilascerà gli ultimi 20, dato che «essi sono come il loro scudo». Ma «un cessate il fuoco è possibile».