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UNIONE EUROPEA

«Abbiamo colpito Mosca al cuore»

Dopo un lungo negoziato, l'Unione europea ha dato il via libera al diciottesimo pacchetto di misure contro la Russia. A Washington si aspetta la decisione di Trump.
Depositphotos (Ale_Mi)
Fonte Michele Esposito, Ansa / ats/ RED
«Abbiamo colpito Mosca al cuore»
Dopo un lungo negoziato, l'Unione europea ha dato il via libera al diciottesimo pacchetto di misure contro la Russia. A Washington si aspetta la decisione di Trump.

BRUXELLES - Un colpo durissimo al Cremlino, un passo che segna un prima e un dopo nel percorso delle sanzioni contro la Russia. L'Ue, dopo un lungo negoziato, ha dato il via libera al diciottesimo pacchetto di misure contro Mosca.

Lo ha fatto di prima mattina, a una manciata di minuti dall'inizio del Consiglio Affari Generali, ultima riunione formale dei ministri dei 27 prima della pausa estiva.Nella notte il veto del leader sovranista della Slovacchia, Robert Fico, è caduto. La Commissione ha trovato la quadra per accontentare Bratislava sui potenziali effetti negativi delle sanzioni, che si abbattono potentemente su tutto il settore energetico nelle mani del presidente russo Vladimir Putin. «Abbiamo colpito al cuore la macchina da guerra russa», ha sottolineato Ursula von der Leyen.

Il diciottesimo pacchetto è tra i più pesanti messi in campo dall'Ue e segna un importante novità: coinvolge in maniera diretta anche i Paesi terzi. Il price cap messo al petrolio russo, infatti, colpisce le casse del Cremlino rendendo meno vantaggioso, per Stati come India e Cina, importarlo per poi rivenderlo agli Occidentali. A dispetto del passato, quando l'input sulle misure energetiche è partito dal G7, questa volta è stata Bruxelles a fare strada al Club dei Grandi.

Il tetto al prezzo del petrolio «è una decisione autonoma presa al di fuori della coalizione del price cap. Ci aspettiamo che i partner del G7 si allineino per rendere la misura più efficace», hanno spiegato fonti Ue. L'obiettivo è portare a bordo anche gli Stati Uniti (che per ora tentennano, vedi box), con i quali tra l'altro le misure sull'energia sono state pensate. Il primo passo è stato della Gran Bretagna, che ha immediatamente annunciato l'allineamento al price cap europeo assieme a sanzioni contro gli 007 russi «per attività maligne di minacce e interferenze recenti contro il Regno e i suoi alleati». Un dossier, quest'ultimo, sul quale la Nato e l'Ue sono intervenuti con nettezza, promettendo che gli attacchi ibridi non resteranno senza risposta.

Con il cosiddetto tetto mobile, il prezzo del petrolio russo passa da 60 a 47,6 dollari a barile, ma è soggetto comunque a un meccanismo dinamico: è fissato in linea generale un prezzo del 15% in meno rispetto a quello medio di mercato del greggio dello zar. La nuova stretta europea smonta inoltre uno dei simboli della dipendenza energetica dell'Ue da Mosca, il Nord Stream 1 e 2. Con il bando totale al transito di gas i due mega-condotti sono destinati presto a diventare archeologia industriale. Parallelamente l'Ue ha prorogato l'obbligo di stoccaggio del gas al 90% delle capacità - ma con potenziali eccezioni - anche per il prossimo inverno.

Duro il colpo alle banche russe: il divieto di transazione con gli istituti europei diventa totale, mentre la blacklist si arricchisce di 22 nuove entità per un totale di 45. Il nuovo pacchetto aggiunge oltre cento imbarcazioni alla lista nera costruita appositamente per la flotta ombra grazie alla quale Putin ha mantenuto attivo il commercio di energia.

La mossa di Bruxelles ha fatto andare su tutte le furie il Cremlino. «Le sanzioni sono illegali e ricadranno contro i loro promotori», ha detto il portavoce Dmitry Peskov, assicurando che la Russia ha ormai acquisito una «certa immunità» dalle misure europee.

Il diciottesimo pacchetto, tuttavia, potrebbe essere davvero incisivo. Per ottenere la luce verde dei 27 la presidente della Commissione ha sottoscritto un impegno scritto con la Slovacchia. Innanzitutto Bruxelles ha assicurato un paracadute legale a Bratislava in caso di ricorsi - e conseguenti, salatissime penali - delle aziende energetiche russe per la risoluzione anticipata dei contratti. Le garanzie Ue, ha spiegato il premier Fico, concerne anche «il prezzo del gas e la sua quantità, oltre alle tariffe di trasporto, nonché l'uso di fondi europei per compensare prezzi del gas eventualmente troppo elevati».

Le sanzioni sono state accolte dal plauso di tutti. «Manteniamo alta la pressione affinché Mosca si impegni seriamente al tavolo negoziale», ha sottolineato il ministro per gli Affari Ue Tommaso Foti.

Tutto fermo a Washington - Se l'Europa rafforza le sue sanzioni contro la Russia, a Washington al momento tutto è fermo: i leader repubblicani del Senato e della Camera hanno deciso di frenare il provvedimento bipartisan con le maxi-sanzioni per lasciare che sia il presidente degli Stati Uniti Donald Trump a prendere l'iniziativa.

«Ci coordineremo con la Casa Bianca. Stiamo lavorando a un approccio di squadra. Quindi non precederemo» l'amministrazione su questo tema, ha detto lo speaker della Camera Mike Johnson. «Voteremo non appena il presidente darà il via libera», gli ha fatto eco il leader dei conservatori in Senato John Thune dopo che Trump ha annunciato il suo ultimatum di 50 giorni alla Russia.

Il presidente nelle settimane scorse si è mostrato aperto al provvedimento sulle sanzioni a Mosca, sottolineando però che sta a lui alla fine decidere. «È uno strumento, ma decido io», ha detto in varie occasioni. La misura è stata messa a punto dal senatore repubblicano alleato del tycoon Lindsey Graham e dal democratico Richard Blumenthal, ed ha già incassato il sostegno di oltre 80 membri del Congresso americano.

Il provvedimento prevede dazi fino al 500% sui prodotti Made in Russia ma anche nei confronti dei suoi partener commerciali, in particolare quelli che acquistano l'energia di Mosca. Pur avendo incassato un sostegno bipartisan, la misura comporta molte incognite per gli Stati Uniti, che rischierebbero di trovarsi in uno scontro diretto con Cina e India, consumatrici di energia russa.

Con Pechino la tensione commerciale è già elevata e il pericolo è quello di un ulteriore raffreddamento dei rapporti. Ma i senatori americani si mostrano incuranti e ritengono i dazi necessari per bloccare la guerra: senza soldi, infatti, per il Cremlino continuare a finanziare il conflitto sarebbe difficile. Inoltre il pugno duro permetterebbe, è l'auspicio, di incrinare se non spezzare l'amicizia fra Mosca e Pechino.

L'ultimatum di Trump a Vladimir Putin prevede invece tariffe secondarie fino al 100% se non sarà raggiunto un accordo sull'Ucraina entro 50 giorni. L'obiettivo del presidente è aumentare la pressione su Putin e costringerlo a sedersi seriamente al tavolo delle trattative cosa che finora non ha fatto, come ammesso dallo stesso Trump. Mentre si attende la decisione della Casa Bianca, al Congresso il dibattito accesso sulla necessità di muoversi con rapidità e approvare le maxi-sanzioni senza attendere ulteriormente, visto che Putin intende usare il tempo a sua disposizione per continuare a infliggere danni all'Ucraina.

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COMMENTI
 

Arcadia-bis 2 mesi fa su tio
Più che di Ursula il popolino , che spesso guarda il dito quando gli indicano la luna, dovrebbe preoccuparsi delle figure dittatoriali e autocratiche che in questo periodo storico si sentono sempre più forti e legittimate, i vari Putin, Xi, Netanyahu, trainati dal più pericoloso di tutti, il gangster Trump. La loro legge è quella della jungla, del più forte che prevale sul più debole, a discapito della cooperazione internazionale e del mutuo rispetto reciproco . Con le loro azioni fanno proseliti e, alacremente, quotidianamente, affondano picconate feroci alle fondamenta democratiche , anche dei nostri popoli, così faticosamente costruite negli ultimi decenni. Orban non sarebbe nessuno se non fosse stato “legittimato” da Trump & Co., dei quali si fa scudo, Avanti di questo ritmo (ringraziamo TACO) fra non molti anni i nostri problemi saranno ben altri che i premi di Cassa Malati e della benzina.

tbq 2 mesi fa su tio
E intanto VDL accusa la Russia di essere dietro la mozione di sfiducia ai suoi danni. Cercare di allontanare le critiche accusando un nemico esterno è un modo di fare molto diffuso in taluni regimi politici.

Cula 2 mesi fa su tio
Solo pensare al cadreghin da milioni al sà mola mia

tbq 2 mesi fa su tio
Per la diciottesima volta a partire dal marzo 2022 avete colpito la Russia al cuore e in maniera così dura che non resisterà a lungo. Bravi.

Zico 2 mesi fa su tio
La VDL è così stupida da crederci. Hanno aspettato 3 anni per fare quello che adesso parrebbe il colpo mottale? E con il Donald cosa fa? Lui fa la guerra economica all UE ma questa cerca il dialogo... l'inutilità fatta politica

Aaahhh 2 mesi fa su tio
Se davvero ora cambia tutto perché non farlo prima? Solo bla bla l’Europa aumenta il debito e crollerà di questo passo. Cittadini pronti al salasso fiscale e espropriazioni?

F/A-19 2 mesi fa su tio
Finora le sanzioni sono state un boomerang per l’Europa.

G 2 mesi fa su tio
Più che la Russia hai colpito gli europei nei soldi (meno).sono finiti i tempi che il pensiero più grande era l’ora legale se ancora farla oppure no …

RV50 2 mesi fa su tio
Povera illusa se pensate di mettere in ginocchio la Russia con le sanzioni !!!! vedremo come la metterete voi Ue con i dazi USA che giâ sono in arrivo fin dall'inizio avete seguito la linea USA e così l'Europa é finita come vedete ora pagherete salatamente per ciò che avete seguito senza considerare che gli USA vi mandassero la fattura !!!! UE = f a l l i m e t o

MarcN.7 2 mesi fa su tio
Se gli ucraini sono usciti da co lo devono a questa gente qua, fa ridere dopo 3 anni sentire che delle sanzioni colpiscano al cuore la Russia, sono gli ultimi gesti sconsiderati dello sconfitto

Gentlemen 2 mesi fa su tio
Poveri illusi !

dipi 2 mesi fa su tio
E dopo 17 non l'hanno ancora capita che non servono... E nümm la catarem ammò in chel siit

Cula 2 mesi fa su tio
È come un burattino
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