Orfani di guerra: il dramma dei figli dei soldati russi


La guerra in Ucraina lascia sempre più i bambini dei soldati russi in condizioni drammatiche, tra assenza dei genitori e orfanotrofi fatiscenti o peggio.
La guerra in Ucraina lascia sempre più i bambini dei soldati russi in condizioni drammatiche, tra assenza dei genitori e orfanotrofi fatiscenti o peggio.
MOSCA - Il dramma della guerra cade quasi sempre sui più deboli, poveri e fragili. Vale anche per la Russia, dove i figli dei soldati russi inviati sul fronte ucraino sono sempre più destinati a restare soli, in indigenza e in orfanotrofio: una realtà nascosta e drammatica ma che il Moscow Times cerca di raccontare in uno speciale.
Ecco che, nonostante le rassicurazioni del Cremlino, i figli dei soldati russi impegnati - oppure caduti e dispersi - in Ucraina affrontano difficoltà crescenti: povertà, stress, ansia, solitudine. I difensori civici regionali svelano una realtà di solitudine e abbandono, con bambini sballottati tra parenti e istituzioni.
Il quotidiano racconta il caso di una madre single di Sachalin (isola nell'Oceano Pacifico settentrionale), costretta a sopravvivere con un sussidio statale minimo (circa 140-270 dollari al mese) dopo la scomparsa dei due padri dei suoi figli, uno arruolato direttamente dal carcere e l'altro che ha interrotto ogni contatto. E ancora, la storia di una donna della regione di Pskov (nord-ovest del Paese) che ha perso i sussidi, dopo che il marito soldato è stato dichiarato disperso, sprofondando in uno stato di povertà assoluta.
Larisa Loskutova, garante per l'infanzia di Tomsk (Siberia), ha evidenziato come la guerra sia un «fattore chiave» che spinge i bambini negli orfanotrofi, noti per le loro «pessime condizioni» e per gli abusi, anche di natura sessuale. Ma non solo, qui i bimbi sono costretti a dividere tutto, a eccezione della biancheria. E da qui escono maggiorenni, senza effetti personali e impreparati alla vita.
D'altro canto preoccupa anche il trasferimento della custodia ai padri soldati, anche se assenti, inadeguati o con precedenti. Questo perché, sulla base della tutela dei "valori tradizionali" della Russia di Putin, i figli vengono considerati come proprietà. Dunque «un veterano - spiega lo storico Dmitry Dubrovsky - può pretendere quasi tutto e di solito lo ottiene, anche se è chiaro che non è nel migliore interesse del bambino, ma in realtà la Russia fa ben poco per proteggere questi interessi».
Come detto, il risultato è che le famiglie dei soldati vivono lo stress e l'ansia, temendo il ritorno dei soldati con disturbi di salute mentale, come il Disturbo Post-Traumatico da Stress (PTSD). A impressionare, come sempre, non sono i numeri, ma le storie. Ecco allora la lotta di alcuni difensori civici, che cercano di far tornare i padri dal fronte, come nel caso di un papà della Repubblica di Mordovia, congedato per prendersi cura del figlio dopo la morte della madre.
Ma il lieto fine non è per tutti, come dimostra la richiesta non accolta di un soldato della Repubblica di Ciuvascia dopo la morte della moglie, avvenuta nel 2024: per ora, i suoi due figli disabili resteranno soli. Nonostante il governo - per bocca della commissaria russa per i diritti dell'infanzia, Maria Lvova-Belova - assicuri di aver prestato «particolare attenzione» alla causa delle famiglie dei soldati mandati in Ucraina.