I droni russi? «Un test del Cremlino per la Nato»

Gli apparecchi non trasportavano esplosivo e, per il ministro degli Esteri polacco, è stato un modo per «metterci alla prova»
VARSAVIA - Il ministro degli Esteri polacco, Radosław Sikorski, ha affermato che l'incursione dei droni russi nello spazio aereo polacco della scorsa settimana è stato un tentativo del Cremlino di testare le reazioni della Nato con escalation graduali, senza provocare una risposta su vasta scala.
Lo ha dichiarato al Guardian durante la sua visita a Kiev di venerdì. Sikorski ha confermato che, sebbene i droni utilizzati nell'incursione fossero in grado di trasportare munizioni, quelli che hanno raggiunto la Polonia non erano carichi di esplosivo. «È interessante notare che erano tutti inefficaci, il che mi suggerisce che la Russia abbia cercato di metterci alla prova senza scatenare una guerra», ha dichiarato Sikorski.
«Nuova sfida» per il Mar Nero - La Romania ha condannato con forza l'ingresso di un drone russo nel proprio spazio aereo affermando che le azioni di Mosca rappresentano una "nuova sfida" per la sicurezza del Mar Nero.
Bucarest «condanna fermamente le azioni irresponsabili della Federazione Russa e sottolinea che esse rappresentano una nuova sfida alla sicurezza e alla stabilità regionale nell'area del Mar Nero», ha affermato il ministero della Difesa in una dichiarazione, aggiungendo che «tali incidenti dimostrano la mancanza di rispetto della Federazione Russa per il diritto internazionale».