Cosa è il botulino, il veleno più potente che si conosca, che ha ucciso tre persone in poche ore

Il Direttore del Centro Antiveleni Maugeri Pavia parla del due casi di intossicazione: «Uno arriva da una salsa guacamole, sull'altro stiamo indagando»
PAVIA - Nel primo caso, quello sardo, il botulino era presente in una salsa, mentre si sta ancora indagando su quello calabrese, per capire innanzitutto se le persone coinvolte hanno mangiato nel medesimo esercizio pubblico.
A Damante, in Calabria, un 52enne si è sentito male dopo aver mangiato un panino con salsiccia e cime di rapa in un food truck. In una clinica privata dove si è rivolto gli hanno detto di recarsi in una struttura maggiormente qualificata per casi simili ma è morto rientrando in Campania. Altre nove persone sono state ricoverate. La seconda vittima è una, una 45enne di Praia a Mare, ha accusato dei malori dopo avere consumato il pasto ed anche lei si è recata in clinica. A Cagliari, invece, è deceduto un 38enne che aveva mangiato della salsa di guacamole. In ospedale ci sono tre persone, di cui due bambini.
È dunque allarme-botulino, la sostanza responsabile dei malori e delle due morti. Il Dipartimento di Prevenzione, Ricerca ed Emergenze Sanitarie del Ministero della Salute ha immediatamente attivato tutti i protocolli sanitari.
Il prof. Carlo Alessandro Locatelli, Direttore del Centro Antiveleni Maugeri Pavia ha spiegato che l'intossicazione da botulino tocca una quarantina di persone all'anno, di solito a causa di contaminazione di conserve casalinghe. «La tossina botulinica non si vede e spesso non altera il sapore dei cibi», ha aggiunto.
Si è compreso che nel caso sardo la responsabile dell'intossicazione è una salsa al guacamole, mentre si sta indagando su quello calabrese. Il botulino è definito il veleno più potente conosciuto e provoca una sindrome chiamata botulismo, che causa sintomi gastroenterici, annebbiamento e sdoppiamento della vista, dilatazione delle pupille, difficoltà a mantenere aperte le palpebre, difficoltà nell’articolazione della parola (disartria), difficoltà di deglutizione, secchezza della bocca e delle fauci, stipsi. Nei casi più gravi può verificarsi una graduale perdita di forza nei muscoli di braccia, gambe e in quelli coinvolti nella respirazione, fino ad arrivare alla paralisi dei muscoli respiratori e rendere necessaria l’intubazione. Se non sopravvengono complicanze, la malattia è reversibile anche se nei casi più gravi il recupero può essere molto lento.
I sintomi compaiono tra 6 ore e 7 giorni dall'ingestione della sostanza ma «l’antidoto è efficace nella fase iniziale dell’intossicazione, quando la tossina è ancora circolante. Mentre successivamente la tossina si lega ai nervi e il recupero è difficile e molto lento. La prevenzione è quindi fondamentale: sterilizzazione accurata, rispetto delle linee guida del Ministero della Salute e mai dare miele o conserve casalinghe ai bambini sotto l’anno» ricorda Locatelli.