La Lituania pensa a limitare i diritti politici dei russi, la Lettonia li espelle

Le autorità di Riga avevano detto che chi non sarebbe stato in possesso del livello A2 nella lingua avrebbe dovuto lasciare il paese
VILNIUS/RIGA - Sono giorni complessi per i russi che vivono nei due paesi confinanti Lituana e Lettonia. Nel primo ci si chiede se limitare i loro diritti politici, nel secondo vengono espulsi se non in possesso dei requisiti minimo a livello linguistico.
La presidente della commissione elettorale centrale lituana, Lina Petroniene, ha proposto all'esecutivo di Vilnius di discutere la possibilità di limitare i diritti politici attivi e passivi dei cittadini lituani in possesso della cittadinanza dei Paesi considerati ostili. Lo comunica il portale della televisione di stato lituana, Lrt.
Petroniene ha sottolineato che la discussione risulta necessaria per evitare azioni ostili all'interno stesso delle istituzioni politiche lituane, specialmente in considerazione dell'aumentato attivismo dei servizi di sicurezza di Russia e Bielorussia.
La proposta è stata criticata da alcuni membri del Parlamento lituano per il suo carattere aprioristico e discriminatorio. Il governo dovrebbe discutere della possibilità di introdurre limitazioni come quelle indicate da Petroniene all'inizio del prossimo autunno.
Sono invece 841 i cittadini russi invitati dalle autorità lettoni a lasciare la Lettonia a causa della loro mancanza di conoscenza della lingua lettone. Lo comunica il portale della televisione lettone, Lsm.lv
L'espulsione si basa su una legge del 2022 secondo cui i cittadini russi in possesso di regolare permesso di soggiorno permanente emesso dalle autorità di Riga avrebbero visto i propri documenti confermati previo superamento di un esame di lingua lettone (livello A2) entro il 30 giugno di quest'anno.