Dopo le minacce alla figlia della Meloni, docente tenta il suicidio

L'uomo: «Non ho retto a tutto l'accanimento mediatico che c'è stato nei miei confronti»
NAPOLI - Prima il post carico d'odio, poi la bufera mediatica e infine il tentato suicidio. Stefano Addeo, un insegnante di tedesco di Marigliano (Napoli), si è trovato in questi giorni al centro di una bufera mediatica a causa di un commento di odio pubblicato recentemente su Facebook. In questo post, augurava un tragico destino alla figlia della premier Giorgia Meloni - Ginevra, una bambina di sette anni - e cioè di morire come Martina Carbonaro, la 14enne di Afragola uccisa dall'ex fidanzato 19enne.
Il livello di odio verso Giorgia #Meloni e la sua bambina è inaccettabile. La solidarietà non basta più: ora serve una risposta esemplare. La critica politica è una cosa, ma l'odio umano, e ancor più verso i bambini, non può avere diritto di cittadinanza. pic.twitter.com/inmstw1JPF
— Galeazzo Bignami (@galeazzobignami) May 31, 2025
Travolto dalle critiche e dal peso della colpa, l'uomo ieri ha tentato il suicidio ingerendo psicofarmaci. Fortunatamente, è stato salvato in tempo dai carabinieri e dai medici del 118, avvisati dalla preside della sua scuola. L'insegnante aveva infatti chiamato la preside rivelando la sua intenzione di farla finita. «Un'ora fa ho provato il suicidio con un mix di psicofarmaci - ha poi detto dall'ospedale all'Ansa - Ho commesso un errore, ma non dovevo essere crocifisso in questo modo, mi hanno linciato. Ho chiesto scusa, non ce l'ho fatta».
Addeo è stato ricoverato in ospedale ma non è in pericolo di vita. Prima del gesto disperato, aveva scritto una lettera aperta per chiedere scusa alla premier e provare a chiarire l'accaduto. Il Ministero dell'Istruzione ha avviato un'indagine e si prevedono provvedimenti disciplinari nei suoi confronti. A questo riguardo, il ministro italiano Giuseppe Valditara aveva già usato parole dure per quanto accaduto: «Non possiamo più tollerare comportamenti di singoli che sui social o in pubblico tradiscono quel decoro e quella dignità che devono caratterizzare una professione così delicata», quella dell'insegnante.