Il veliero affondato: la bimba di un anno caduta in acqua e ritrovata dalla mamma



Fra le sei persone ancora disperse ci sarebbe il "Bill Gates britannico" Mike Lynch
Fra le sei persone ancora disperse ci sarebbe il "Bill Gates britannico" Mike Lynch
PALERMO - Un morto - lo chef di bordo - e sei dispersi, fra i quali secondo quanto riportano i media britannici ci sarebbe il "Bill Gates" britannico, Mike Lynch, 59 anni, fondatore della multinazionale dell'informatica Autonomy.
È questo per ora il bilancio del naufragio del veliero extra lusso Bayesian, battente bandiera britannica, con 22 persone a bordo, inabissatosi oggi all'alba davanti alle coste palermitane dopo essere stato investito da una tromba d'aria.
Quindici i superstiti, tratti inizialmente in salvo dall'equipaggio di una barca a vela battente bandiera olandese che si trovava nelle vicinanze.
Fra le testimonianze raccolte dai soccorritori anche quella riguardante il salvataggio di una bimba di un anno, Sophie, caduta in acqua e miracolosamente ritrovata dalla mamma. È lei stessa che rivive quei drammatici momenti.
«C'erano tuoni, lampi e le onde facevano ballare la nostra imbarcazione - ha raccontato al Corsera Charlotte Golunsky, 36 anni - e per questo abbiamo abbandonato la cabina e siamo saliti in coperta». Ma la furia del vento ha improvvisamente spezzato il maestoso albero maestro dell'imbarcazione, alto 72 metri, facendola poi rovesciare.
È in quel momento che la piccola Sophie è caduta in acqua. «L'ho persa - ha raccontato ancora sotto shock - e poi l'ho ritrovata».
Lo scenario che si presentava poco prima delle cinque di questa mattina davanti alle coste di Porticello lo descrive un pescatore del luogo, che a quell'ora stava per uscire in mare con altri suoi compagni per una battuta di pesca.
«Già alle tre e mezza ho visto che si avvicinava questa perturbazione - racconta Fabio Cefalù - e siamo rimasti venti minuti fermi per vedere l'intensità di quello che stava arrivando. Alle quattro meno cinque la tempesta ci ha presi in pieno dentro il porto e ha smantellato tutto quello che c'era vicino alla banchina, tutto!».
Cefalù si accorge delle due barche a vela «a mezzo miglio dal porto con l'ancora a mare» e passata una decina di minuti vedono un razzo squarciare il cielo nero. È quello lanciato dal comandante del veliero, che figura anche lui fra i dispersi, per chiedere aiuto.
«Abbiamo aspettato che il tornado passasse e dopo dieci minuti siamo usciti a mare - prosegue il racconto il pescatore - ma quando siamo arrivati là non abbiamo trovato nessuno».
In acqua galleggiavano solamente «cuscini e i resti dell'imbarcazione» così Cefalù e gli altri decidono di dare l'allarme alla Capitaneria di porto. Scattano le operazioni di ricerca degli occupanti del veliero, che nel mare davanti a Porticello quasi dodici ore dopo il naufragio stanno ancora proseguendo.