Il dossier Epstein di 33mila pagine: «Insabbiatura di proporzioni epiche»

È online il rapporto che vorrebbe fare chiarezza sulle tante ombre che ancora avvolgono l'intera vicenda che ha per protagonista il ricco finanziere, fra abusi sessuali e il mistero sulla sua morte.
Oltre 33mila pagine contenenti anche registri di volo, video di sorveglianza delle carceri, atti giudiziari, registrazioni audio ed e-mail: è il corposo "dossier Epstein" pubblicato dalla commissione della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti, che però sembra non fare scomporre più di tanto nè repubblicani ma neanche i democratici, che hanno liquidato la faccenda affermando che in quelle migliaia di pagine «ci sono poche informazioni nuove» e avanzano il sospetto che «il dipartimento di giustizia stia nascondendo altri documenti».
Sulla scorta delle pressioni da parte della stessa comunità MAGA, che esigono chiarezza sui "giri" del ricco finanziere e dei suoi invitati e soprattutto vorrebbero avere l'elenco dei clienti (elenco che per il Dipartimento di giustizia non esiste), il presidente del comitato di vigilanza, James Comer (un repubblicano) ha dato l'ordine di mettere online il rapporto, che da ieri gli americani e non solo possono consultare.
Lo stesso Comer si è affrettato a sminuire la valenza delle eventuali novità presenti nel rapporto, spegnendo gli entusiasmi di coloro che da questo resoconto informativo si attendevano clamorose rivelazioni, anche in merito alle circostanze della sua morte.
«Per quanto ne so, non c'è nulla di nuovo nei documenti», ha detto il numero uno del comitato di vigilanza alla NBC News.
Come riporta anche la BBC, «i video pubblicati includono riprese effettuate fuori dalla cella di Epstein nel carcere di New York la notte della sua morte. Tredici ore e quarantuno secondi che coprono la durata dalla sera del 9 agosto alla mattina del 10 agosto 2019, quando morì Epstein. Si tratta di due ore di video in più rispetto a quanto pubblicato dal Dipartimento di Giustizia due mesi fa».
Ma c'è un buco: il filmato non include il cosiddetto "minuto mancante", quello individuato «tra le 23:00 e le 00:00», secondo CBS, e che il procuratore Pam Bondi aveva bollato come conseguenza delle modalità di ripristino del sistema di telecamere: insomma uno spegnimento tecnico e non intenzionale per mano di qualcuno addetto alla sorveglianza.
Il minuto mancante aveva alimentato sospetti sull'effettivo suicidio di Epstein. Nel faldone dei 33mila e passa documenti, ci sono anche le interviste di alcune vittime del ricco finanziere che raccontano gli abusi sessuali subiti, ma anche fogli risalenti a 20 anni fa e carteggi ritenuti inconsistenti dal principale esponente democratico della Commissione di vigilanza della Camera, Robert Garcia, che non ha nascosto la sua irritazione affermando: «Al popolo americano: non lasciatevi ingannare. Il 97% dei documenti ricevuti dal Dipartimento di Giustizia erano già pubblici. Non si fa alcun accenno ad alcun elenco di clienti o ad alcunché che possa migliorare la trasparenza o la giustizia per le vittime». Più pesante ci è andata la democratica Melanie Stansbury, che ha parlato di «un'insabbiatura di proporzioni epiche».
E oggi è prevista una conferenza stampa a Capitoll Hill alla presenza parlamentari, giuristi e alcune delle vittime.