«Ci sono tanti stranieri, Orban non vorrà fare brutte figure»


Il premier ungherese voleva vietare il Pride nella capitale, Budapest. Si prevede un numero record di partecipanti
Il premier ungherese voleva vietare il Pride nella capitale, Budapest. Si prevede un numero record di partecipanti
BUDAPEST - Si prevedono numeri record di partecipanti alla marcia del Pride che si sta tenendo oggi nella capitale ungherese Budapest, sfidando un divieto imposto dal governo di Viktor Orban che segna una regressione senza precedenti dei diritti Lgbtq nell'Unione Europea.
«Oggi non credo capiterà alcun incidente: siete venuti in troppi dall'estero. Orban non vuole fare una brutta figura in mondovisione, farà finta di essere uno statista». Ne è convinta una ragazza ventenne ungherese, studentessa di storia, avvolta dalla sua bandiera con i colori dell'arcobaleno.
Il suo ottimismo sinora sembra essere giustificato. Una folla enorme, decine di migliaia di persone stanno invadendo il centro della città.
Il Budapest Pride cittadino, come lo ha ribattezzato il sindaco della città, vero trionfatore della giornata, si sta svolgendo come in qualsiasi altra città occidentale, in un clima di festa, tra canti e balli, bandiere e striscioni. La ragazza non crede che questa manifestazione possa dare una spallata al governo sovranista: «Orban è ancora molto popolare, però chissà che succede alle prossime elezioni dell'anno prossimo», commenta sorridente.
Quello che è certo è che per strada c'è tantissima gente, serena, gioiosa, composta, sotto un sole cocente, stipata in un corteo sempre più fitto, tanto che si impiega un quarto d'ora per fare pochi passi. Attorno a loro negozi aperti, mamme con carrozzelle, in un ambiente di assoluta tranquillità. Quasi 200'000 persone hanno marciato a Budapest, secondo gli organizzatori.
Orban voleva vietare la manifestazione
La coalizione del premier ungherese ha modificato le leggi e la Costituzione all'inizio di quest'anno per vietare la manifestazione annuale, giustificando la sua pluriennale repressione dei diritti Lgbtq con motivazioni di «protezione dei minori».
Mentre Orbán si è sentito incoraggiato dall'offensiva anti-diversità del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, le sue iniziative hanno suscitato proteste in patria e condanne da parte dell'Ue e dei gruppi per i diritti umani. Ieri, il leader nazionalista ha affermato che, sebbene la polizia non «disperderà» la 30a edizione della marcia del Pride, coloro che vi hanno preso parte dovrebbero essere consapevoli delle «conseguenze legali».
Nonostante il rischio di una multa, si stima che oltre 35'000 persone si sono radunate alle 14 vicino al Municipio di Budapest, un'ora prima dell'inizio della marcia. Si prevede che ministri di diversi Paesi dell'Ue e decine di legislatori europei parteciperanno, sfidando il divieto, come accaduto a Mosca nel 2006 e a Istanbul nel 2015.