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Che suono ha una rivoluzione

"Bohème", il nuovo album di Kety Fusco, apre altre frontiere all'esplorazione dell'arpa e alla ricerca dei suoi confini
Che suono ha una rivoluzione
KETY FUSCO
Che suono ha una rivoluzione
"Bohème", il nuovo album di Kety Fusco, apre altre frontiere all'esplorazione dell'arpa e alla ricerca dei suoi confini

BELLINZONA - «Ma quella che sento è davvero un'arpa?». Basterebbe questa frase, pronunciata da una persona che ha avuto modo di ascoltare un passaggio di "Bohème" di Kety Fusco, per far capire la portata del nuovo album della musicista ticinese d'adozione.

Pubblicato lo scorso 19 settembre da A Tree in a Field Records (etichetta indipendente con sede a Basilea), è un lavoro che conferma l'intenzione dell'arpista di rivoluzionare il suo strumento e ribaltarne la percezione presso il pubblico. D'altronde ce lo aveva spiegato quando era stata ospite, qualche mese fa, del nostro vodcast TioTalk.

La prima traccia, "Hi, this is Harp", è sia un biglietto da visita che una dichiarazione d'intenti: questa è l'arpa che troverete in questo disco, non aspettatevi nulla di classico. Subito dopo c'è il primo singolo, "Blow": energico, incalzante, selvaggio. «Una folata di vento che infrange le regole», lo definisce Fusco. Lo strumento viene spinto oltre i suoi limiti canonici

Il brano successivo è quello che ha avuto la maggiore eco internazionale. È "She", forte della collaborazione con Iggy Pop. «The harp is not heard as much» è la frase che la leggenda del rock ripete come un mantra e che «ti taglia il cervello», secondo Kety. Lo strumento, acquistata questa nuova dimensione, diventa un manifesto «di speranza, rivoluzione e rinascita».

Nelle tracce centrali dell'album il suono è avvolgente e stratificato. I titoli servono da spunti e lanciano suggestioni all'ascoltatore: "Resistance", "Karma", "Nocturne". In questi brani c'è tutto l'universo che Kety Fusco evoca con la sua musica: l'emotività, la fragilità, il superamento delle convenzioni (e quindi, di base, una grande libertà). "Ninna Nanna", invece, si apre con i suoni della natura e poi prosegue con una cullante cantilena. Tutto quello che si richiede a una ninna nanna, ma anche in questo caso con un pizzico di originalità.

La chiusura è affidata a "Für Therese". Questa rilettura radicale di un classico di Beethoven (questo doveva essere il titolo originale della celeberrima "Per Elisa") è un'entusiasmante dimostrazione di come si possa dare nuova vita a un capolavoro, operando uno slittamento di piani e interpretazioni. Un brano che, già così, si presta a essere suonato nei club e che potrebbe benissimo prestarsi a futuri remix.

Menzione speciale per la copertina dell'album: le corde dell'arpa "lacrimano" dagli occhi di Kety fin sulle dita. Quella che sentiamo è la manifestazione delle sue emozioni, della sua anima. "Bohème" è un disco che non getta nel cestino la tradizione, ma ne fa un punto di partenza per una evoluzione che, ne siamo ragionevolmente certi, non si fermerà qui.

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