Lacrime in musica per la Palestina

Jack Rush ha dedicato una canzone alla tragedia di un popolo
LUGANO - Quello che sta accadendo tra Israele e Palestina da quasi due anni (l'anniversario del 7 ottobre è sempre più vicino) non ha lasciato indifferenti la comunità artistica ticinese. C'è chi, come Vanni Bianconi, si è imbarcato e fa rotta verso Gaza con la Global Sumud Flottilla. C'è poi chi ha scritto una potente ballata di protesta in lingua inglese: è "Tears for Palestine" di Jack Rush.
«Mi sono sentito in dovere di scrivere e pubblicare questa canzone perché ritengo che il silenzio sia complicità. La musica è sempre stata una forza di resistenza, dal folk al punk agli inni rock. "Tears for Palestine" è il mio modo di stare dalla parte di coloro le cui voci sono state messe a tacere e di ricordare al mondo che la giustizia ritardata è comunque giustizia negata».
Nel suo brano il cantautore diventa portavoce del dolore e dell'indignazione di chi assiste alla distruzione di famiglie e città. Rush non distoglie lo sguardo né si adagia sulle verità diffuse dalla propaganda: al centro c'è la tragedia e un'indescrivibile sofferenza umana.
Prodotta da Neihardt (Davide Joerg), mixata e masterizzata da Tatum Rush, la canzone fonde ballate rock soul con la tradizione delle canzoni di protesta, evocando sia tenerezza che sfida. Dalle immagini di culle sepolte dalle macerie al ritornello struggente, “Tears for Palestine” è sia un lamento che un grido di battaglia. «Tutti i proventi di questa canzone saranno devoluti al Fondo di soccorso per la Palestina della Croce Rossa Internazionale» aggiunge Rush. «Quindi, semplicemente ascoltando questa canzone, sosterrete la causa e contribuirete a diffonderne il messaggio».
"Tears for Palestine" è disponibile dal 12 settembre su tutte le piattaforme di streaming, tramite Rattler Records.