È solo un silenzio assordante



Gli Snakes In My Head scavano nuovamente negli abissi interiori con il nuovo singolo "Only Silence Left"
Gli Snakes In My Head scavano nuovamente negli abissi interiori con il nuovo singolo "Only Silence Left"
LUGANO - È tempo di cambiamenti per gli Snakes In My Head. La band ticinese è ritornata sulle scene nelle scorse settimane con "Only Silence Left", il nuovo singolo autoprodotto che segnala l'inizio di un nuovo percorso. Ne abbiamo parlato con il chitarrista Luca Davide Bassi.
Che qualcosa sia cambiato lo si capisce già dal sound del brano.
«Abbiamo provato diverse strade, cercando di trovare il suono che ci potesse rappresentare al meglio. Sembra che l'abbiamo trovato e il merito è di Giuseppe Bassi, un produttore italiano che ha percepito bene le nostre esigenze e anche il sound che volevamo ottenere. Lui è riuscito a tirarlo fuori».
È un alternative rock che sta andando sempre più verso i territori del metal, è corretto?
«Esatto. Anche i prossimi pezzi dovrebbero andare in quella direzione. Nonostante ciò, la vena hard rock rimarrà sempre presente».
È mutata anche la vostra formazione, vero?
«Esattamente. Siamo rimasti in quattro: non abbiamo più il bassista e penso che per un po' di tempo rimarremo con uno o più turnisti, in base alle esigenze».
Torniamo a "Only Silence Left": l'intro dà la sensazione di un vortice che ti risucchia all'interno del brano.
«Effettivamente funziona bene e siamo molto soddisfatti dell'effetto. Dà una bella botta».
Il vostro precedente singolo, "Hollow", parlava di un tema importante e delicato come la salute mentale. Questa volta cosa avete voluto affrontare?
«Nella nostra musica ricorrono tematiche, non sempre positive. Questa volta è la perdita di una persona, che ti viene tolta a causa dell'intervento di un terzo individuo. Capita così di restare sospeso nei propri pensieri e quello che resta è il silenzio. Ma non la pace: a volte il silenzio può essere molto rumoroso, soprattutto quando si rimane alle prese con le ossessioni e con porte che non dovrebbero essere aperte».
Il videoclip è una selezione di esibizioni dal vivo, con un montaggio perfettamente allineato con l'andamento del brano. L'hai curato tu come i precedenti?
«Sì e trovo molto importante prendere la canzone e rendere quel ritmo con le immagini».
Quanto è importante per voi la dimensione live?
«È importantissima. Credo che dal video si possa capire con quale spirito saliamo sul palco. Cerchiamo sempre di essere molto energici, di dare tutto quello che abbiamo. Mantenendo una certa qualità nel suono».
Ci sono un album o un EP nel vostro futuro?
«Al momento stiamo ragionando per singoli, ne abbiamo due in fase di registrazione. Con il prossimo vorremmo alzare il livello del videoclip e averne uno più "corposo".