Chi fa da sé...


I Noxius e la sfida dell'auto-produzione: gli ultimi frutti sono i singoli "Ahora" e "Resistance"
I Noxius e la sfida dell'auto-produzione: gli ultimi frutti sono i singoli "Ahora" e "Resistance"
LOCARNO - Il 22 e il 23 agosto Lugano ospiterà la prima edizione del Lagoon Punk Rock Fest, un evento a ingresso gratuito che richiama sulle rive del Ceresio band da Spagna (Deaf Devils), Italia (The Loyal Cheaters, Menagramo, Discomostro) e Svizzera (Nofnog, Must Be Wrong, Constant Hunger e Noxius).
Parliamo in particolare di quest'ultima formazione, che nelle scorse settimane ha pubblicato due nuovi singoli: "Ahora" e il più recente "Resistance". Per saperne di più abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Token, uno dei membri fondatori di questo complesso ticinese nato nell'ormai lontano 2003.
La prima grande novità è il fatto che, da un po', vi state auto-producendo.
«Sì, ogni volta vuol dire imparare qualcosa di nuovo. I tempi di lavoro non sono brevi; le registrazioni prendono un po' di tempo... Ma questi sono il terzo e il quarto singolo interamente fatti da noi».
È una sfida: al momento avete visto più benefici o svantaggi?
«Uno dei vantaggi è la possibilità di lavorare veramente tanto sui brani. Rifletterci sopra, rivederli… Allo stesso tempo può diventare uno svantaggio: ti sembra quasi di non arrivare mai al dunque. Certo, poi, essendo cinque teste, cerchiamo sempre di raggiungere un compromesso. Anche se resta sempre la sensazione che quella cosa o quell'altra si sarebbe potuta cambiare. Però l'auto-produzione è una bella sfida e ci sta piacendo».
"Ahora" ha la particolarità di essere in lingua spagnola.
«Abbiamo sempre fatto pezzi in inglese, ma molti ci chiedono come mai non abbiamo mai scritto nulla in italiano. In realtà l'abbiamo fatto, ma non siamo mai stati soddisfatti del risultato. A un certo punto ci siamo detti: "Proviamo in spagnolo". Il chitarrista e il bassista sono per metà spagnoli, quindi è stato facile. E poi lo spagnolo è una delle lingue più parlate al mondo».
Di cosa parla il brano?
«Il testo prende molto ispirazione dai Misfits (storica band punk statunitense, ndr): il discorso della morte, la signora in nero che sta arrivando, la consapevolezza del momento… È un pezzo un po' particolare, ma sembra piacere».
Invece "Resistance"?
«È molto più punk rock classico, se così si può dire. All'inizio non lo era così tanto, poi dopo vari riarrangiamenti ha acquisito un po' tutte quelle che sono le nostre caratteristiche, in fondo».
Che periodo è questo, per voi?
«Siamo molto consapevoli di essere in una fase di transizione. Siamo stati fermi a lungo dopo il primo album nel 2018, abbiamo fatto qualche concerto e poi è arrivato il periodo Covid, durante il quale abbiamo continuato a suonare e comporre nuovi pezzi. Nel frattempo ci sono stati dei cambiamenti nella formazione e le canzoni che erano pronte sono state in qualche modo rielaborate».
Cosa c'è nel vostro futuro?
«Abbiamo ancora almeno tre pezzi sui quali dobbiamo lavorare e che vorremmo riuscire a chiudere entro il 2025, così da avere un EP che dovrebbe arrivare a 7-8 tracce. L'obiettivo è uscire nella prima metà del 2026».