La cena con i compagni di classe che diventa canzone


In "1995", il suo nuovo singolo, Sebalter riflette sul tempo che passa
In "1995", il suo nuovo singolo, Sebalter riflette sul tempo che passa
SAVOSA - Un anno dopo l'uscita dell'EP "Better Things", Sebalter è tornato a pubblicare nuova musica. Lo ha fatto nelle scorse settimane con "1995".
Il brano nasce da un evento che è capitato a tutti noi, o quasi, almeno una volta nella vita: una reunion con i compagni di scuola. «Qualche mese fa siamo riusciti a organizzare una cena delle elementari, non l'avevamo mai fatto. È stato un bel momento, che ti porta a ripensare al tempo che corre. Quando comincio a pensare al passato, inevitabilmente trovo un po' d'ispirazione e da lì comincio a scrivere qualcosa».
Le considerazioni su quanto è già avvenuto, le riflessioni sul tempo trascorso sono una costante nel percorso del cantautore ticinese. «È qualcosa che è molto presente non dico in tutte, ma nella maggior parte delle mie canzoni». In questo caso la creatività ha fermato le sue lancette su quando il piccolo Sebastiano aveva 10 anni e frequentava le elementari a Giubiasco.
Quella cena è stata un modo per riflettere sull'ultima volta nella quale quei bambini e bambine, ora diventati uomini e donne, si erano incontrati. «Eravamo più di 10 alla cena ed era incredibile che, nonostante alcuni di loro abitassero ancora in zona, non ci fossimo più incontrati dai tempi delle medie. Ed è per questo che è stato molto bello». I molteplici impegni della vita, le famiglie e le carriere hanno portato a una dispersione dei contatti e delle opportunità di frequentarsi. «Un paio di ex compagni sono stati molto determinati, hanno creato il gruppo WhatsApp e hanno recuperato tutti i contatti. Chi non c'è stato questa volta lo vedremo la prossima, dato che c'è sempre l'auspicio di organizzare questa cena con regolarità».
L'ispirazione per "1995" è arrivata nel momento giusto, quello nel quale Sebalter aveva già in animo di pubblicare qualcosa di nuovo - che potesse dare il via al percorso che condurrà, verosimilmente all'inizio del 2026, al suo nuovo album. Musicalmente ci troviamo invece nel pieno del filone artistico già presente in "Better Things", ovvero nel recupero delle sonorità più vicine al folk degli esordi. «È un discorso pensato anche per il live: questa è musica che mi piace suonare dal vivo, sia nella formazione completa sia in trio. Vedo che, col trascorrere del tempo, ho sempre più voglia di suonare il folk, di riproporre questo tipo di musica senza "magheggi", senza troppi accorgimenti».
Sebalter, com'è noto, affianca alla carriera musicale - che, lo ricordiamo, lo ha visto quale rappresentante della Svizzera all'Eurovision Song Contest - quella professionale, in ambito legale. Si sente più un giurista prestato alla musica o un musicista prestato al diritto? «Io sono un giurista con una passione musicale, senza dubbio. Il percorso formativo è stato unidirezionale: liceo, università, praticantato eccetera. Poi c'è sempre stata la musica, che mi ha accompagnato fin da quando ero ragazzino. È un supporto e una valvola di sfogo».