Parte bene, finisce male: "Anatomia di uno scandalo", che peccato



La miniserie su Netflix sciupa buone premesse (e un ottimo cast) con un colpo di scena che rovina tutto
La miniserie su Netflix sciupa buone premesse (e un ottimo cast) con un colpo di scena che rovina tutto
SAVOSA - "Anatomia di uno scandalo" continua a essere nella Top 10 delle serie tv più viste in Svizzera su Netflix. Questo in virtù di ottime premesse: un legal drama che si trasforma in un thriller psicologico riguardante un ministro del governo conservatore britannico, accusato di aver stuprato una sua collaboratrice.
L'inevitabile scandalo porta a galla segreti inconfessabili e rischia di compromettere una carriera politica e la stabilità di una famiglia. La miniserie in sei episodi parte in modo molto solido e indaga sulla linea sottile che separa il consenso dalla violenza. Come appurare la verità tra due versioni che divergono per minimi (ma decisivi) particolari, e come procedere in tribunale? "Anatomia di uno scandalo" si avvale di una produzione ineccepibile e di un ottimo cast: molto buone le interpretazioni dei protagonisti - Sienna Miller, Rupert Friend e Michelle Dockery - ma anche degli attori di supporto. Lo spettatore viene trasportato spesso nella testa dei protagonisti e vive ansie, dubbi e sconforto in prima persona, quasi in soggettiva.
Ma questo prodotto ha un difetto gigantesco: il colpo di scena che arriva a un certo punto e che, per evitare spoiler, non vi sarà descritto. Alla luce della nuova consapevolezza la storia diventa fragile e ben poco credibile. Una forzatura che rovina una serie che avrebbe potuto essere tra le migliori di questa prima metà del 2022 e che, invece, ricorderemo come una grande occasione mancata.