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FRANCIA

Potrebbe essere un governo di soli macroniani

Nel Lecornu bis i Républicains e i socialisti non paiono intenzionati a far parte della squadra
AFP
Fonte ATS
Potrebbe essere un governo di soli macroniani
Nel Lecornu bis i Républicains e i socialisti non paiono intenzionati a far parte della squadra

PARIGI - Niente tregua del fine settimana per Sébastien Lecornu, il premier macroniano alle prese con un rebus apparentemente insolubile: costruire, fra lo scetticismo generale e un'opposizione ormai quasi generalizzata, un secondo governo che provi a resistere. E ciò nonostante il suo precedente tentativo, una settimana fa, si sia miseramente concluso dopo appena 14 ore, diventando l'esecutivo dalla vita più breve nella storia della Quinta repubblica.

Per Lecornu, la settimana appena trascorsa è stata quella delle decisioni cruciali, dei ripensamenti, dei colpi di scena: annuncio del governo, poi immediata caduta e annuncio delle dimissioni. Poi ore convulse, le insistenze del presidente, la presunta verifica di una maggioranza «contraria allo scioglimento del Parlamento», e adesso il secondo tentativo.

Con il Rassemblement National che - a detta del presidente Jordan Bardella - voterà «immediatamente la sfiducia» a questo «scherzo di cattivo gusto che «non ha futuro». Promessa di immediata sfiducia anche da parte di Lfi, che ha denunciato un nuovo «gesto dell'ombrello ai francesi da parte» di Macron, «un irresponsabile ebbro di potere». Anche ecologisti e comunisti sfiduceranno, mentre il Ps - che ha escluso di voler entrare al governo - ha riproposto con forza le sue condizioni. La principale è anche quella finora più difficile da soddisfare nella Francia con il debito pubblico ormai fra i peggiori in Europa: sospendere la riforma delle pensioni, tornando quindi ai 62 anni per lasciare il lavoro.

In mattinata, la doccia fredda anche dei Républicains, finora partito della maggioranza: non faranno parte del governo. Ci sarà spazio per un «sostegno» volta per volta, ma con il Ps che «ricatterà con la sfiducia, questo esecutivo sarà pronto a rinunciare a tutto: serietà dei conti e difesa del lavoro»., ha spiegato il presidente del Senato, Gérard Larcher. Contrario alla partecipazione anche il capo del partito, Bruno Retailleau, che non vuole essere confermato agli Interni. C'è anche l'ipotesi, fra i Républicains, di consultare i militanti, ma sembra improbabile visti i tempi ristretti. In giornata, era sembrato che Lecornu potesse annunciare i ministri del suo nuovo governo addirittura stasera, consentendo un anticipo del primo Consiglio dei ministri a domani, così da consentire il viaggio del presidente Macron in Egitto, lunedì, per testimoniare il sostegno della Francia all'accordo raggiunto fra Israele e Hamas.

Il Lecornu 2, secondo le indiscrezioni, dovrebbe essere quindi composto essenzialmente da esponenti del centro macroniano, dove si segnala - oltre ai mal di pancia dei centristi dell'Udi, anch'essi decisi a non partecipare al governo - i malumori di diversi deputati di Renaissance, il partito del presidente guidato da Gabriel Attal, l'ex premier in rapporti sempre più freddi con il capo dello stato. A questi ministri di stretta osservanza macroniana, si aggiungerebbero personalità vicine ai partiti ma senza tessera, uno stratagemma che consentirebbe a Lecornu di trattare senza vincoli stringenti.

«Voglio un governo libero, non imprigionato dai partiti», è l'aspirazione del premier. Resta da convincere i socialisti e capire se Macron ha dato il via libera al suo premier per bloccare la riforma delle pensioni. L'urgenza di un esecutivo per presentare una manovra si fa stringente, la Costituzione francese - è stato ricordato in queste ore - consente in situazioni eccezionali la nomina del solo ministro dell'Economia proprio per presentare una bozza di finanziaria in attesa della formazione dell'intero esecutivo.

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