La Francia è la nuova Italia d'Europa?


Le dimissioni di Sébastien Lecornu allargano la crisi politica francese. Il suo - caduto prima di entrare formalmente in servizio - è il quarto governo che si sfalda dal 2024 a oggi
Le dimissioni di Sébastien Lecornu allargano la crisi politica francese. Il suo - caduto prima di entrare formalmente in servizio - è il quarto governo che si sfalda dal 2024 a oggi
PARIGI - Sette mesi e 27 giorni per il governo di Gabriel Attal. Tre mesi e 8 giorni per quello guidato da Michel Barnier. Otto mesi e 17 giorni per quello di François Bayrou. E, infine, Sébastien Lecornu - l'ultimo, in ordine di successione - che si è fermato a soli 27 giorni da quando ha ricevuto l'incarico da parte dell'Eliseo; il giorno dopo aver presentato quello che doveva essere il suo esecutivo (per due terzi, una fotocopia di quello precedente), caduto rovinosamente prima ancora di entrare formalmente in carica. «Non è possibile essere il primo ministro quando non ci sono le condizioni per farlo»; questa l'epigrafe, "scolpita" a voce nel cortile di Palazzo Matignon, dal premier dimissionario in calce a un caos politico sempre più ampio.
La Francia guarda all'Italia. Con la coda dell'occhio ma in più di un senso. Perché, da un lato, come suggeriva qualche giorno fa un articolo pubblicato su "The Conversation", «di fronte alla sua crisi» forse potrebbe avere «qualche lezione da imparare» dal paese "cugino", che vive uno dei suoi periodi di massima stabilità politica (quello presieduto da Giorgia Meloni, con i suoi 1073 giorni attuali, è già il quarto governo più longevo nella storia dell'Italia repubblicana); dall'altro è innegabile che il sistema politico del Paese transalpino stia diventando ciò che l'Italia è spesso stata, con governi che si sbriciolavano alla minima folata di vento. Al punto che qualcuno, provocatoriamente, se lo chiede: la Francia è diventata - o sta diventando - la nuova Italia d'Europa?
Quello che sta accadendo in Francia in queste ore non ha precedenti nella sua storia. «Bisogna sempre preferire il proprio paese al partito. Bisogna saper ascoltare i propri elettori ma pensare sempre alle francesi e ai francesi», ha affermato Lecornu, che ha rimproverato proprio i partiti e i loro «appetiti», "colpevoli" di aver gli occhi puntati esclusivamente su quel "buco nero" che sono le elezioni presidenziali del 2027.
"Cosa succederà ora?" è diventata nel frattempo una stanca domanda di rito. Come altrettanto di rito, in questi ultimi mesi di immobilismo e débâcle, sono diventate le richieste sul tavolo. Jordan Bardella, presidente del Rassemblement National, ha chiesto al presidente Emmanuel Macron di sciogliere l'Assemblea nazionale. Sul fronte opposto, Jean-Luc Mélenchon, attuale leader de La France Insoumise, vuole «l'esame immediato» della mozione per la destituzione del presidente, sottoscritta da 104 deputati. Per il pomeriggio, il numero uno del movimento ha nel frattempo chiesto alle altre forze politiche di sinistra di incontrarsi per vagliare tutte le ipotesi sul tavolo. «Si è presentata una situazione che non ha precedenti storici» e «abbiamo il dovere di rispondere donando di nuovo la parola al popolo».