Cerca e trova immobili
STATI UNITI

Per Trump non sarà un mese facile

Sull'agenda di settembre del tycoon ci sono tante questioni delicate. Dalla pace tra Russia e Ucraina, all'ombra dello shutdown che incombe fino alla speranza che la Corte Suprema lanci un salvagente ai suoi dazi
AFP
Fonte WSJ
Per Trump non sarà un mese facile
Sull'agenda di settembre del tycoon ci sono tante questioni delicate. Dalla pace tra Russia e Ucraina, all'ombra dello shutdown che incombe fino alla speranza che la Corte Suprema lanci un salvagente ai suoi dazi

WASHINGTON D.C. - Il mese appena iniziato è tutto in salita per Donald Trump. Quello di settembre, come ricorda il Wall Street Journal, è infatti un mese pieno di scadenze molto delicate per il presidente statunitense.

Il "cantiere" aperto della pace
Andando con ordine, c'è la questione della guerra tra Russia e Ucraina - o meglio, i prospetti per una tregua e una pace tra le parti - di cui si attendono aggiornamenti nelle prossime ore, dato che proprio oggi scadono i «15 giorni» che il tycoon aveva concesso dopo il vertice a due teste in Alaska con Vladimir Putin per poi fissare un incontro con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

L'ombra di un nuovo shutdown
A rendere l'agenda oltremodo fitta sono però gli impegni sul fronte interno agli Stati Uniti. A partire dalla prospettiva di un nuovo shutdown, che proprio oggi, con il ritorno del Congresso nel distretto di Columbia, trova ampio risalto tra le principali testate d'oltreoceano.

In breve, lo shutdown (letteralmente, in italiano, lo spegnimento, ndr.) delle attività governative si verifica quando Camera e Senato non riescono a dare il via libera al bilancio per finanziarle entro la scadenza dell'anno fiscale (1° ottobre). Nel concreto, fra un mese centinaia di migliaia di dipendenti del governo federale potrebbero ritrovarsi in congedo temporaneo, con il congelamento di parte dei servizi.

Al momento, i Repubblicani controllano entrambi i rami del Congresso. Però non è sufficiente; hanno bisogno anche i voti dei Democratici e non sarà facile ottenerli dopo le zampate con cui Trump ha mandato al macero miliardi di dollari di aiuti esteri senza mai passare attraverso il legislativo. Motivo per cui i negoziati si annunciano più complessi del solito.

Quei dazi illegali
Poi ci sono i dazi. La frusta che Donald Trump ha agitato un po' su tutto il mondo per implementare la sua personale visione in materia di deficit di bilancia commerciale. Una scure illegale, secondo quanto stabilito dai giudici d'appello di Washington D.C. confermando, di fatto, una sentenza precedente da parte della Corte del commercio internazionale. Inutile dire che il tycoon sia ora aggrappato alla Corte Suprema, o meglio alla sua maggioranza conservatrice, quella che lui stesso, a colpi di nomine, si è impegnato a costituire.

I dazi "reciproci", lo ricordiamo, resteranno ora in vigore fino al prossimo 14 ottobre per consentire all'Amministrazione Trump di presentare il suo ricorso in materia. È tuttavia improbabile che la Corte Suprema si esprima prima della fine dell'anno. Nel frattempo, tuttavia, l'incertezza si farà sentire anche nelle neogziazioni commerciali con gli altri paesi.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
Naviga su tio.ch senza pubblicità Prova TioABO per 7 giorni.
NOTIZIE PIÙ LETTE