Vance in Israele: «Le violenze non sono la fine della tregua»


Il vicepresidente statunitense si è recato personalmente nella regione affinché l'accordo tra le parti sia mantenuto.
Il vicepresidente statunitense si è recato personalmente nella regione affinché l'accordo tra le parti sia mantenuto.
TEL AVIV - «Le violenze non sono la fine della tregua» a Gaza. Lo ha detto il vice presidente americano JD Vance in una conferenza stampa nel sud di Israele.
«Per la pace e la ricostruzione di Gaza ci vorrà molto tempo», ha aggiunto, sottolineando che «c'è ancora molto lavoro da fare». «Sono molto ottimista che la tregua a Gaza reggerà».
Vance ha poi proseguito: «Posso dire con la certezza al 100% che funzionerà? No. Ma le cose difficili si realizzano solo provandoci. Servirà un costante lavoro di supervisione ma sono ottimista».
«Hamas deve consegnare le armi», ha poi ribadito, prima di aggiungere: «Affinché la pace si realizzi dobbiamo essere flessibili». Gli Stati Uniti insistono infatti sul disarmo del gruppo islamista Hamas, ma finora non hanno fissato alcuna scadenza temporale. Durante la sua visita in Israele, il vicepresidente americano JD Vance ha risposto alla domanda dei giornalisti su quanto tempo abbia l'organizzazione terroristica per deporre le armi prima che gli USA intervengano o sollecitino i loro alleati a farlo: non verrà fissata alcuna scadenza esplicita, ha dichiarato, aggiungendo che anche il presidente ha finora rifiutato di farlo. La situazione attuale è troppo imprevedibile. Vance ha però sottolineato che Hamas deve attenersi agli accordi.
Nel piano di pace dell’ex presidente americano Donald Trump è prevista la completa smilitarizzazione dei gruppi terroristici nella Striscia di Gaza. Tuttavia, Hamas rifiuta questa condizione, che rimane un punto di forte contrasto.
Vance chiede pazienza per il ritorno delle salme degli ostaggi - Vance ha dichiarato che al centro della sua visita vi è la restituzione delle salme degli ostaggi ancora presenti nella Striscia di Gaza, chiedendo al contempo pazienza. La restituzione è difficile e non può avvenire «da un giorno all'altro», ha spiegato. Alcune vittime si trovano sepolte sotto tonnellate di macerie, mentre per altre non è chiaro dove siano.
Il vicepresidente ha aggiunto che, a lungo termine, l’obiettivo è che la popolazione di Gaza possa vivere in un ambiente «fiorente e sicuro». Jared Kushner, genero di Trump e coinvolto nei negoziati per conto degli USA, ha precisato che i fondi per la ricostruzione verranno destinati solo alle aree non sotto il controllo di Hamas.
Centro di coordinamento con 200 militari americani - Vance si è detto ottimista riguardo al mantenimento della tregua nella regione. Gli Stati Uniti stanno attualmente svolgendo un ruolo di coordinamento nell’area. A questo scopo, è stato creato in Israele un centro chiamato Civil-Military Coordination Center (CMCC). Secondo fonti militari, nel centro operano 200 soldati statunitensi. Esso funge da hub logistico con l’obiettivo di evitare un’escalation del conflitto e organizzare il flusso degli aiuti destinati a Gaza.
Vance ha infine ribadito che l’esercito americano non schiererà truppe di terra nella Striscia di Gaza.