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HAMAS/ISRAELE

Tacciono le armi

Israele si ritira e scatta il conto alla rovescia per la liberazione degli ostaggi.
Afp
Fonte Silvana Logozzo, Ansa
Tacciono le armi
Israele si ritira e scatta il conto alla rovescia per la liberazione degli ostaggi.

TEL AVIV - A Gaza è scattata la tregua, subito dopo l'ok del governo israeliano guidato dal premier Benjamin Netanyahu all'accordo sulla pace. E poco dopo mezzogiorno di oggi l'esercito israeliano ha annunciato di aver completato il ritiro nella Striscia, dietro la linea gialla disegnata nelle mappe contenute nel piano del presidente statunitense Donald Trump per la fine della guerra tra il movimento islamista Hamas e lo Stato ebraico.

È così iniziato il conto alla rovescia per le 72 ore concesse a Hamas per il rilascio dei 20 ostaggi vivi, tenuti a Gaza da 735 giorni. In cambio Israele rilascerà circa 2000 detenuti palestinesi, di cui 250 stanno scontando ergastoli per attacchi terroristici che hanno ucciso decine di civili israeliani e ferito menomandole a vita altre centinaia. Ma non libererà, come aveva già ribadito, i "detenuti simbolo" per Hamas, primo tra tutti Marwan Barghouti.

La reazione della popolazione di Gaza all'annuncio delle forze armate di Israele non si è fatta attendere: in migliaia si sono riversati sulle strade, aperte dalle truppe, per fare ritorno a casa o quel che resta al nord. Le immagini postate sulle reti sociali dall'enclave mostrano una lunghissima fila di persone a piedi, con i loro pacchi, poche suppellettili, vecchie borse strapiene.

Intanto sono in arrivo gli aiuti: Israele ha dato il via libera all'Onu per iniziare a consegnarli a partire da dopodomani.

In serata il canale televisivo israeliano Channel 12 (Keshet 12) e il sito statunitense di notizie politiche Axios hanno rivelato che il presidente statunitense Donald Trump ha in programma un vertice su Gaza in Egitto, probabilmente a Sharm el-Sheikh, la prossima settimana, nelle ore in cui è prevista anche la cerimonia della firma dell'accordo. All'incontro ci saranno i leader di Germania, Francia, Regno Unito, Italia, Qatar, Giordania, Turchia e Arabia Saudita e, secondo alcune fonti, è stato organizzato dal presidente egiziano Abdel-Fattah al Sisi. Dovrebbero esserci anche anche l'Indonesia, il Pakistan e gli Emirati Arabi Uniti mentre, per ora, non sarebbe prevista la partecipazione di Netanyahu.

Il vertice dovrebbe essere preceduto da una visita lampo del presidente americano in Israele prevista per lunedì: giusto il tempo di incontrare i familiari degli ostaggi e tenere un discorso alla Knesset, il parlamento dello Stato ebraico.

Prima che iniziasse lo Shabbat, il portavoce dell'esercito israeliano ha tenuto una conferenza stampa mostrando genericamente il riposizionamento dei militari, ma successivamente le forze armate hanno dichiarato che le mappe mostrate da Effie Defrin erano solo "un'illustrazione e non rappresentano le posizioni esatte delle truppe". L'esercito non vuole fornire dettagli sull'attuale schieramento.

I commentatori israeliani sottolineano che la linea tracciata dai mediatori - corrispondente al 53% del territorio della Striscia - in realtà non corrisponde al vero poiché "l'esercito non controlla tutto quel territorio con truppe di terra e molte delle postazioni arretrate vicino al confine israeliano". La ritirata è stata coperta dall'artiglieria e attacchi aerei in alcune zone. Un riservista è stato ucciso da un cecchino di Hamas, mentre il ministero della sanità dell'organizzazione in una nota ha indicato che nell'ultimo giorno sono rimaste uccise 17 persone e 71 sono state ferite.

Dopo la tesa riunione di gabinetto di ieri sera (con cinque ministri dell'ultradestra che non hanno votato l'accordo), a cui hanno preso parte irritualmente anche i due inviati degli USA, Steve Witkoff e Jared Kushner, Netanyahu ha rilasciato dichiarazioni ai media ma senza domande dei giornalisti. "Stiamo stringendo Hamas da ogni lato in vista delle prossime fasi del piano, che prevede il disarmo completo dell'organizzazione e la smilitarizzazione di Gaza. Se ciò sarà raggiunto in modo pacifico, tanto meglio. Altrimenti sarà raggiunto con la forza", ha avvertito.

Trump - ha riferito Channel 12 - avrebbe fornito ai mediatori garanzie personali che non permetterà a Israele di abbandonare l'accordo e riprendere la guerra unilateralmente. "Le rassicurazioni di Trump sono state un fattore chiave per convincere Hamas ad accettare l'accordo", ha indicato il canale televisivo. Il portavoce di Hamas Hazem Qassem da parte sua ha dichiarato all'emittente saudita Al-Arabiya che "i palestinesi ostacoleranno qualsiasi tentativo di sfollamento e non sarà data all'esercito israeliano alcuna scusa per tornare in guerra".

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