A Gaza firmano la pace? Il mondo si riunisce

I ministri degli Esteri dei Paesi europei, arabi e degli Stati Uniti si trovano a Parigi per parlare del dopo accordo. Polemiche tra Francia e Egitto
PARIGI - Mentre in Egitto accelerano i colloqui indiretti tra Hamas e Israele sull'attuazione del piano Trump, a Parigi si riuniscono i ministri degli Esteri dei Paesi europei, arabi e degli Stati Uniti. Obiettivo, spiegano fonti diplomatiche francesi, è sottolineare il sostegno al piano americano, «precisare le modalità di un impegno collettivo», e rimarcare «la volontà di lavorare insieme per rendere operativi i principali parametri del 'giorno dopo'» il cessate il fuoco a Gaza.
Un'iniziativa «dannosa e ipocrita», l'ha invece definita il ministro israeliano Gideon Sa'ar che accusa il presidente francese Emmanuel Macron di voler «distogliere l'attenzione dai suoi problemi interni a spese di Israele» e di «danneggiare i negoziati in corso. I partecipanti possono discutere di ciò che vogliono ma nessun accordo su Gaza potrà essere raggiunto senza il consenso di Israele», ha aggiunto il ministro condannando «i doppi standard» usati da Macron con Israele e l'Ucraina.
I temi sul tavolo saranno la Forza internazionale di stabilizzazione (Isf), la governance transitoria della Striscia, gli aiuti umanitari e la ricostruzione, il disarmo di Hamas e il sostegno all'Autorità nazionale palestinese e alle forze di sicurezza palestinesi, riferiscono le stesse fonti.
Oltre alla Francia e all'Arabia Saudita - promotrici lo scorso settembre della "Dichiarazione di New York" sulla soluzione dei due Stati - prenderanno parte alla riunione l'Italia, la Germania, la Spagna, il Regno Unito e l'Alta rappresentante Ue, Kaja Kallas, per l'Europa; l'Egitto, il Qatar, gli Emirati e la Giordania per i Paesi arabi; poi ancora, Indonesia, Canada e Turchia che intendono partecipare attivamente alla missione di stabilizzazione a Gaza dopo la guerra. Il tutto in stretto collegamento con gli Stati Uniti: a Parigi è infatti atteso il segretario di Stato americano Marco Rubio.