Attacco alla sinagoga, una delle vittime uccisa da fuoco "amico"


Il premier Starmer visita la sinagoga di Manchester dopo l’attacco, ribadendo l’impegno contro l’antisemitismo.
Il premier Starmer visita la sinagoga di Manchester dopo l’attacco, ribadendo l’impegno contro l’antisemitismo.
MANCHESTER - Hanno un nome i due fedeli uccisi nell'attacco di Yom Kippur contro una sinagoga ortodossa di Manchester, nell'Inghilterra del nord: si chiamavano Adrian Daulby, di 53 anni, e Melvin Cravitz, di 66, come riferito stamattina dalle autorità, le quali hanno anche precisato che tre dei quattro feriti conteggiati ieri restano ricoverati in ospedale in "condizioni gravi".
La famiglia rinnega il terrorista - Come anticipato questa mattina, è stato identificato anche il responsabile dell'attacco terroristico, si tratta di "Jihad Al-Shamie, 35 anni, cittadino britannico di origini siriane". Lo hanno reso noto le forze dell'ordine in un comunicato. Proprio la famiglia di Jihad Al-Shamie ha rinnegato oggi pubblicamente il congiunto attraverso i social media, condannando il terrorismo ed esprimendo solidarietà alle vittime della comunità ebraica. "Le notizie giunte da Manchester dell'attacco terroristico contro una sinagoga - scrive su Facebook il padre dell'uomo, Faraj Al-Shamie - ci hanno profondamente scioccato. La famiglia Al-Shamie residente nel Regno Unito e all'estero condanna con forza questo atto efferato, che ha preso di mira civili pacifici e innocenti". "Noi prendiamo pienamente le distanze da questo attacco ed esprimiamo profondo shock e dolore per quanto accaduto", insiste, assicurando preghiere per i morti e i feriti e chiedendo ai media di "rispettare la privacy" della famiglia e di "non usare questo tragico evento" per spargere sospetti "non veritieri" sui parenti dell'aggressore ucciso. "Possa Dio - conclude Faraj Al-Shamie - avere pietà delle vittime innocenti mentre noi preghiamo per una rapida guarigione dei feriti".
Il fuoco "amico" - Intanto si apprende che una delle due vittime dell'attacco è stata uccisa dal fuoco 'amico' di uno dei poliziotti intervenuti per neutralizzare l'aggressore. Lo ha ammesso in un aggiornamento sulle indagini il comandante della Greater Manchester Police, Stephen Watson, sulla base degli esami condotti sul cadavere. Anche uno dei feriti (non grave) risulta essere stato colpito da armi da fuoco, e quindi dalla polizia, durante la sparatoria. I due, secondo Watson, erano vicino all'ingresso della sinagoga, non lontano dall'assalitore.
Starmer a Manchester - Il premier laburista britannico Keir Starmer è giunto in questi minuti a Manchester e si è subito recato a visitare la sinagoga ortodossa.
Starmer, accompagnato dalla first lady Victoria, che ha radici familiari ebraiche, ha ribadito vicinanza agli ebrei della comunità locale e di tutto il Regno, tornando a promettere una lotta senza quartiere al "risorgente odio anti-semita".
A Manchester, ad accoglierlo, c'è anche il rabbino capo del Regno Unito, Ephraim Mirvis. Intanto la ministra dell'Interno, Shabana Mahmood, ha dichiarato a Sky News Uk che il Paese resta in "stato di allerta massima" dopo l'attacco di ieri.
Ministra Gb chiede passo indietro ai pro-Pal - Infine, la ministra dell'Interno britannica, Shabana Mahmood, ha auspicato oggi "un passo indietro" da parte dei manifestanti pro-palestinesi che da mesi protestano in gran numero contro l'escalation di Israele nella Striscia di Gaza, in omaggio al sanguinoso attacco di Yom Kippur contro la sinagoga ortodossa di Manchester e alle denunce di un clima d'odio generalizzato rilanciate dalla comunità ebraica.
La ministra del governo Starmer non ha suggerito alcun legame diretto, ma ha criticato il fatto che nella stessa giornata di ieri una dimostrazione pro-pal si sia svolta comunque, sfociando in una quarantina di fermi di polizia, e ha bollato questo atteggiamento come indifferente rispetto a quanto appena accaduto all'interno del Regno Unito e come "anti-britannico". "È importante in questo momento tracciare una linea fra ciò che accade in Medio Oriente e ciò che sta accadendo in patria", ha argomentato in un'intervista alla Bbc.