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Il ministro israeliano alla Flotilla: «Non è tardi, consegnate gli aiuti»

Si moltiplicano gli appelli per l'interruzione della navigazione
AFP
Fonte Ats Ans
Il ministro israeliano alla Flotilla: «Non è tardi, consegnate gli aiuti»
Si moltiplicano gli appelli per l'interruzione della navigazione

TEL AVIV - «Da ogni parte si levano voci che chiedono di fermare questa provocazione di Hamas-Sumud. Non è troppo tardi. Vi preghiamo di consegnare qualsiasi aiuto in vostro possesso in modo pacifico».

È l'appello lanciato dal ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa'ar alla Flotilla dopo quello congiunto di Grecia e Italia affinché accettino un compromesso e consegnino gli aiuti per la distribuzione tramite la Chiesa e lo facciano «attraverso il porto di Cipro, la marina di Ashkelon o qualsiasi altro porto della zona verso Gaza».

L'appello agli svedesi e a Greta - Il premier svedese Ulf Kristersson, arrivando al vertice di Copenaghen, ha intimato alla sua concittadina Greta Thunberg di «tornare a casa». L'attivista ha lanciato un appello al governo sul quotidiano Expressen, pubblicato oggi: «Proteggete i diritti dei vostri cittadini e garantite un passaggio sicuro agli aiuti umanitari fino a Gaza».

Ma il primo ministro svedese ha riposto in modo secco. «Il governo ha detto con una chiarezza che non può essere mal interpretata: sconsigliamo tutti i viaggi per Gaza nei prossimi 10 anni e ho sentito che l'Italia dice la stessa cosa». «Tornate a casa», ha concluso.

Le istituzioni «devono essere irresponsabili» - «Sento sempre dire molte cose sugli attivisti a bordo della Sumud Flotilla, vengono chiamati irresponsabili e gli si dice che è il momento di prendersi delle responsabilità. Allora, siamo noi a dover chiedere alle istituzioni di essere responsabili». Così Maria Elena Delia, la portavoce della delegazione italiana della Global Sumud Flotilla.

«Non ho mai sentito chiedere, invece, perché questi attivisti si dovrebbero fare male in acque internazionali? La risposta è che quando c'è Israele di mezzo le regole non valgono più - aggiunge Delia- Le persone a bordo meritano grande rispetto perché, dopo due anni di genocidio nessun governo ha osato fare qualcosa».

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