Mercoledì la Flotilla raggiungerà la zona a rischio


L'obiettivo dei naviganti è di arrivare a Gaza giovedì
ROMA - «Ci troviamo a 300 miglia dalla Striscia, tra 2 giorni saremo nella zona di intercettazione e fra 3 a Gaza». A spiegarlo Tony Lapiccirella, uno degli italiani a bordo della Global Sumud Flotilla.
«La missione è diretta a Gaza: è l'unico modo per aprire un canale umanitario permanente - sottolinea -. Non è mai stato preso in considerazione di fermarci a Cipro o altri cambiamenti della rotta». Quanto ai rischi di arrivare nella zona di intercettazione dice: «Per la legge internazionale non ci sono rischi. Qualsiasi pericolo è legato alla violenza israeliana a cui i governi permettono ancora di andare oltre la legge internazionale».
Lunedì la flotta ha dovuto compiere una sosta imprevista dopo che la nave Johnny M ha subito una perdita nella sala macchine. «La situazione non poteva essere risolta in mare e l’imbarcazione non è in grado di proseguire», hanno spiegato i responsabili sul canale Telegram. Le persone a bordo sono state trasferite in sicurezza su un’altra nave: alcune verranno riassegnate ad altre imbarcazioni e altri saranno portate a terra, con il supporto della Mezzaluna Rossa e in coordinamento con il governo turco.
La marina italiana - Tra le cento e le centoventi miglia nautiche di distanza dalle coste della Striscia di Gaza, la nave Alpino della Marina militare italiana, che al momento segue a distanza le imbarcazioni per eventuali soccorsi, invierà una comunicazione alla Global Sumud Flotilla in cui sarà specificato, in sintesi, che la nave militare ferma in quella zona la propria navigazione e per loro proseguire sarà pericoloso. Questo avviso, visto l'andamento della Flotilla, potrebbe avvenire prevedibilmente mercoledì.