Musk: «Epstein ha provato a portarmi sulla sua isola, ho rifiutato»

Alcuni deputati democratici avevano postato una pagina dell'agenda del finanziere in cui comparirebbe il nome del miliardario, che replica
NEW YORK - Il miliardario della tecnologia Elon Musk ha dichiarato di aver rifiutato un invito da parte del criminale sessuale Jeffrey Epstein a visitare la sua isola privata.
«Epstein ha cercato di portarmi sulla sua isola e io ho RIFIUTATO», ha scritto Musk questo sabato su X (ex Twitter).
Il giorno precedente, i Democratici statunitensi avevano pubblicato documenti relativi al caso Epstein, politicamente molto delicato, in cui compariva anche il nome di Musk.
Su X, alcuni deputati democratici della Camera dei Rappresentanti hanno postato, tra le altre cose, una foto che mostrerebbe un estratto dall’agenda di Epstein. Alla data del 6 dicembre 2014 si legge: «Promemoria: Elon Musk sull'isola il 6 dicembre (sta ancora succedendo?)».
Dal testo non è però chiaro se la visita sia effettivamente avvenuta.
Jeffrey Epstein, il finanziere condannato per abusi sistematici su minori durati anni, possedeva un’isola privata nei Caraibi, chiamata Little St. James, che secondo gli investigatori era una scena del crimine ed è stata soprannominata la "isola dei pedofili".
Secondo i Democratici, i documenti appena pubblicati fanno parte del lasciato ereditario di Epstein, come spiegato in un comunicato. Alcuni membri del Congresso avevano già ricevuto e diffuso in precedenza altri documenti relativi al caso.
Il caso torna a pesare anche su Donald Trump, che aveva cercato di allontanare l’attenzione dal legame con Epstein. Anche all’interno del suo stesso partito era stato criticato per non aver voluto rendere pubblici tutti i documenti, nonostante l’avesse promesso durante la campagna elettorale.
Anche Elon Musk aveva alimentato la discussione mesi fa: senza fornire prove, aveva dichiarato che i documenti non venivano resi pubblici perché contengono il nome di Trump.
Jeffrey Epstein è morto nel 2019 a 66 anni, ufficialmente per suicidio, nella sua cella di prigione. La sua morte ha alimentato numerose teorie del complotto negli Stati Uniti, data la sua rete di relazioni con l’élite americana. Celebrità e miliardari erano ospiti abituali delle sue feste – incluso lo stesso Trump, come dimostrano vari video.