Il punto della situazione sulla guerra a Gaza dopo l'Assemblea delle Nazioni Unite

In questi giorni si è parlato molto di Medio Oriente. Trump ha presentato un piano per la pace, sostenuto dalla Germania. E Abbas...
NEW YORK - Gli sforzi per la pace nella Striscia di Gaza stanno guadagnando slancio a margine dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York. Dopo che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha presentato ai paesi arabi un piano di pace in 21 punti per il Medio Oriente, il ministro degli Esteri tedesco Johann Wadephul (CDU) ha annunciato che la Germania si impegnerà con Israele e i palestinesi per promuoverne l’adozione. Durante l’assemblea, il presidente palestinese Mahmud Abbas ha preso le distanze dalla violenza perpetrata dal gruppo terroristico islamista Hamas.
Wadephul ha dichiarato ai giornalisti a New York che la Germania sostiene esplicitamente l’iniziativa americana: «Credo che possiamo affrontare i prossimi giorni con cauto ottimismo», ha detto. Il ministro ha aggiunto che la Germania promuoverà il piano presso tutte le parti coinvolte, pur non conoscendone ancora tutti i dettagli, ma avendo ben presenti i contorni generali, che ritiene comunque condivisibili.
Secondo Wadephul, si tratta di una soluzione accettabile per entrambe le parti. Ha sottolineato la necessità di porre fine al conflitto nella Striscia di Gaza per il bene delle persone che stanno soffrendo, poiché la guerra continua a dividere il mondo e molte società. Il ministro ha spiegato di essersi impegnato nei mesi precedenti, insieme al suo omologo israeliano e a ministri arabi, per preparare una soluzione del genere e contribuire «al punto in cui ci troviamo ora». Non è ancora chiaro se Wadephul incontrerà il ministro degli Esteri israeliano Gideon Saar o il primo ministro Benjamin Netanyahu a margine dell’Assemblea.
Il piano Trump: cessate il fuoco e ritiro israeliano da Gaza - Martedì Trump ha presentato il piano in 21 punti ai leader dei paesi arabi a margine dell’Assemblea dell’ONU. Secondo i media statunitensi, il piano prevede un cessate il fuoco duraturo, il rilascio degli ostaggi, un ritiro graduale dell'esercito israeliano dalla Striscia di Gaza, la formazione di un governo per Gaza senza la partecipazione di Hamas.
I paesi arabi, dal canto loro, chiedono che Israele rinunci all’annessione di parti della Cisgiordania o della Striscia di Gaza.
Attesa per il discorso di Netanyahu all’ONU - Il discorso di Netanyahu all’Assemblea generale dell’ONU, previsto per venerdì, è molto atteso. Trump ha annunciato che accoglierà Netanyahu lunedì a Washington. Negli ultimi tempi, sempre più paesi occidentali si sono distanziati dal governo israeliano a causa della sua condotta militare aggressiva nella Striscia di Gaza. Dopo Regno Unito e Canada, anche la Francia ha riconosciuto lo Stato di Palestina. La Germania, pur sostenendo una soluzione a due Stati, non ritiene opportuno un riconoscimento in questa fase.
Abbas all’ONU: «Uno Stato palestinese deve essere pacifico» - Il presidente palestinese Mahmud Abbas, leader dell’Autorità Nazionale Palestinese (ANP), ha dichiarato davanti all’Assemblea che uno Stato palestinese dovrà esistere in modo pacifico accanto a Israele. Ha affermato che l’ANP è pronta ad assumere il controllo della Striscia di Gaza, ma Israele ha respinto questa possibilità. Abbas ha inoltre promesso: «Hamas non avrà alcun ruolo nel governo». Ha anche chiesto che Hamas consegni le armi all’ANP, una richiesta avanzata anche da Israele. L’ANP controlla attualmente solo parti della Cisgiordania. Tuttavia, Abbas gode di poco sostegno tra la popolazione palestinese. Hamas è considerata la rivale interna del suo movimento Fatah. Abbas ha partecipato all’assemblea in videoconferenza, poiché gli Stati Uniti non hanno concesso i visti alla delegazione palestinese.
Netanyahu: «Riconoscere la Palestina è una ricompensa al terrorismo» - Netanyahu ha definito il riconoscimento dello Stato palestinese una «enorme ricompensa» per il terrorismo, facendo riferimento al massacro compiuto da Hamas in Israele il 7 ottobre 2023. Il governo israeliano respinge la soluzione a due Stati, sostenendo che rappresenterebbe una minaccia all’esistenza stessa di Israele.
Secondo i sondaggi, la maggioranza sia degli israeliani che dei palestinesi oggi respinge la soluzione a due Stati, sebbene in passato fosse sostenuta da entrambi i popoli.