Trovata una fossa comune vicino a Damasco


Sono stati rinvenuti un centinaio di corpi.
Sono stati rinvenuti un centinaio di corpi.
DAMASCO - Una nuova e macabra scoperta scuote la Siria: oggi le autorità hanno annunciato di aver rinvenuto una fossa comune contenente più di 100 corpi a sud-est della capitale Damasco. La notizia è stata diffusa da una fonte del ministero dell'Interno e ripresa dai media locali.
Secondo quanto riportato da un corrispondente di Al-Jazeera, che ha visitato il luogo del ritrovamento, le vittime sarebbero civili «presi di mira dalle forze del vecchio regime» nel 2014. Si presume che siano stati uccisi mentre fuggivano dai combattimenti nella Ghuta orientale, vicino a Damasco, scoppiati nel 2013 dopo la sconfitta delle forze anti-governative.
Le immagini mostrate dalla rete televisiva del Qatar mostrano resti di vestiti, ossa e teschi. Diversi media, tra cui il canale saudita al Hadath, suggeriscono che i corpi possano appartenere alle vittime del cosiddetto massacro di Otayba, avvenuto il 26 febbraio 2014 vicino alla località di Otayba, a sud-est di Damasco, per mano delle forze lealiste, e che secondo le notizie di allora provocò 170 morti. Dalla caduta di Bashar al-Assad, avvenuta l'8 dicembre 2024, decine di fosse comuni sono state scoperte in tutto il paese, ma la maggior parte non è ancora stata aperta.
La Siria non ha né i mezzi né le competenze necessarie per raccogliere e analizzare le centinaia di migliaia di campioni di DNA che sarebbero necessari per identificare le vittime. Pochi giorni dopo il suo insediamento, l'attuale leader Ahmad Sharaa ha lanciato un appello all'Onu e alle organizzazioni non governative internazionali perché forniscano assistenza a Damasco. Al momento, solo pochi esperti internazionali hanno visitato le fosse comuni vicine alla capitale per valutare le esigenze. Decine di migliaia di famiglie siriane continuano a non avere notizie dei propri cari scomparsi durante la guerra (2011-2024), che ha causato più di mezzo milione di morti secondo l'Osservatorio nazionale per i diritti umani.