«Israele sta commettendo un genocidio a Gaza». Tel Aviv nega tutto

Lo afferma senza mezzi termini una Commissione delle Nazioni Unite. Netanyahu chiamato direttamente in causa. Un portavoce israeliano: i tre esperti sono «rappresentanti di Hamas»
GINEVRA - «Sulla base di prove pienamente conclusive, la Commissione rileva che le dichiarazioni rilasciate dalle autorità israeliane costituiscono prove dirette dell'intento genocidiario. Inoltre, sulla base di prove circostanziali, la Commissione rileva che tale intento era l'unica deduzione ragionevole che si potesse trarre dal modello di comportamento delle autorità israeliane. Pertanto, la Commissione conclude che le autorità israeliane e le forze di sicurezza israeliane hanno l'intento genocidiario di distruggere, in tutto o in parte, i palestinesi nella Striscia di Gaza».
Sono le conclusioni della Commissione internazionale indipendente d'inchiesta delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani nei Territori palestinesi occupati, incaricata d'indagare sui fatti avvenuti a Gaza dopo il 7 ottobre 2023. «A Gaza si sta verificando un genocidio e la responsabilità ricade sullo Stato di Israele», ha dichiarato Navi Pillay, che guida la Commissione. Pillay, 83 anni, è una ex giudice sudafricana che un tempo ha presieduto il Tribunale internazionale per il Ruanda e ha ricoperto anche l'incarico di Alta commissaria delle Nazioni Unite per i diritti umani.
Le accuse - Durante le indagini della Commissione sono stati rilevati «quattro atti genocidiari: uccisioni, arrecamento di gravi danni fisici e mentali, inflizione deliberata di condizioni di vita calcolate per provocare la distruzione, e imposizione di misure intese a impedire le nascite». Questi atti «sono stati perpetrati dalle autorità e dalle forze di sicurezza israeliane con l’intento specifico di distruggere i palestinesi a Gaza». La Commissione afferma di aver raccolto prove approfondite di uccisioni «sistematiche e senza precedenti», distruzione di abitazioni e siti culturali, fame deliberata, negazione delle cure sanitarie, violenza sessuale e di genere, e il diretto bersagliamento dei bambini.
La responsabilità dei vertici statali - I massimi rappresentanti israeliani vengono chiamati in causa: «Le dichiarazioni del Presidente, del Primo Ministro e del Ministro della Difesa di Israele vengono citate come prova diretta dell’intento genocidiario». La Commissione conclude che questa «è l’unica deduzione ragionevole dall’insieme delle prove» e che tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite che tutti gli Stati «hanno il dovere giuridico immediato», ai sensi della Convenzione sul Genocidio, di impiegare tutti i mezzi disponibili per prevenire e punire il crimine di genocidio. L’omissione comporta «conseguenze sia giuridiche che morali».
Pillay ha dichiarato che la Commissione sta collaborando con il procuratore della Corte penale internazionale, che nei mesi scorsi ha emesso un mandato d'arresto internazionale nei confronti di Netanyahu e Gallant. «Abbiamo condiviso con loro migliaia di informazioni», ha affermato.
La replica israeliana - «Tre individui che agiscono come rappresentanti di Hamas, noti per le loro posizioni apertamente antisemite - e le cui orribili dichiarazioni sugli ebrei sono state condannate in tutto il mondo - hanno pubblicato oggi un altro falso 'rapporto' su Gaza». Lo scrive su X il ministero degli Esteri israeliano dopo la pubblicazione del rapporto della Commissione d'inchiesta internazionale indipendente delle Nazioni Unite in cui si afferma che Israele ha commesso un «genocidio» a Gaza,
«Si basa interamente su falsità di Hamas, riciclate e ripetute. Queste invenzioni sono già state ampiamente smentite - sostiene il ministero -. Israele respinge categoricamente questo rapporto distorto e falso e chiede l'immediata abolizione di questa Commissione d'inchiesta».