Il progetto E1 è «una prigione»


Forte la denuncia dell'autorità palestinese e dell'ONU in merito alla costruzione di 3400 abitazioni da parte di Israele in Cisgiordania.
Forte la denuncia dell'autorità palestinese e dell'ONU in merito alla costruzione di 3400 abitazioni da parte di Israele in Cisgiordania.
GAZA CITY - L'approvazione da parte di Israele di un progetto chiave per la costruzione di 3400 unità abitative nella Cisgiordania occupata, «frammenta l'unità» di questo territorio palestinese, trasformandolo in una «vera e propria prigione»: così l'Autorità Nazionale Palestinese commenta il varo del piano E1.
In una dichiarazione, il Ministero degli Esteri dell'Autorità Nazionale Palestinese «ha condannato con la massima fermezza» la decisione israeliana di attuare questo progetto, che «mina le prospettive di attuazione della soluzione dei due Stati frammentando l'unità geografica e demografica dello Stato palestinese».
«Ciò consolida la divisione della Cisgiordania occupata in aree e cantoni isolati e geograficamente disconnessi - osserva l'Autorità Nazionale Palestinese commentando il piano Smotrich - simili a vere e proprie prigioni, dove gli spostamenti tra di essi sono possibili solo attraverso i posti di blocco dell'occupazione, nel terrore delle milizie armate dei coloni sparse per tutta la Cisgiordania».
La denuncia dell'ONU - «La decisione delle autorità israeliane di portare avanti il piano di insediamento E1 compromette ulteriormente la soluzione dei due Stati e costituisce una violazione del diritto internazionale. L'Ue esorta Israele a rinunciare a tale decisione, sottolineandone le profonde implicazioni e la necessità di valutare misure volte a salvaguardare la fattibilità della soluzione dei due Stati». Lo afferma il Servizio di Azione Esterna dell'Ue.
«Se attuata, la costruzione di insediamenti in questa zona interromperà in modo permanente la contiguità geografica e territoriale tra Gerusalemme Est occupata e la Cisgiordania e reciderà il collegamento tra la Cisgiordania settentrionale e meridionale. L'Ue ribadisce il suo invito a Israele a cessare la costruzione di insediamenti», viene aggiunto.
«La politica di insediamento di Israele, che comprende demolizioni, trasferimenti forzati, sfratti e confische di abitazioni, deve cessare. Insieme alle continue violenze dei coloni e alle operazioni militari, queste decisioni unilaterali stanno alimentando una situazione già tesa sul terreno e compromettendo ulteriormente ogni possibilità di pace».