L'UE pensa alla guerra con Mosca: 17 miliardi per il traffico dei panzer


Bruxelles prepara un piano da 500 progetti per rendere strade e ferrovie adatte al rapido spostamento di mezzi e truppe, in caso di conflitto con la Russia.
Bruxelles prepara un piano da 500 progetti per rendere strade e ferrovie adatte al rapido spostamento di mezzi e truppe, in caso di conflitto con la Russia.
BRUXELLES - L'ipotesi di una guerra europea contro la Russia è al centro dei pensieri di Apostolos Tzitzikōstas, politico greco, e soprattutto Commissario europeo per i trasporti e il turismo sostenibile nella Commissione von der Leyen II.
Questo, stando almeno all'intervista rilasciata e pubblicata oggi dal Financial Times e intitolata "Europe’s roads and rail unfit for war with Russia, EU transport chief warns", ossia: "Le strade e le ferrovie europee non sono adatte alla guerra con la Russia"; e a sostenerlo, appunto, è il responsabile dei trasporti dell’UE.
Oltre a quelli da costruire, «abbiamo ponti vecchi che devono essere ammodernati - ha detto Tzitzikōstas - e ponti stretti che vanno allargati». Non per il traffico congestionato delle capitali europee però, bensì per le truppe e i veicoli militari pesanti che, in caso di un’incursione russa lungo il fianco orientale dell'UE, potrebbero avere difficoltà di movimento anche a causa di strade, tunnel e ferrovie inadeguate.
«Se vogliamo spostare equipaggiamenti militari e truppe dall'Europa occidentale a quella orientale, attualmente ci vogliono settimane o persino mesi», ha avvertito il politico, che vuole anche eliminare gli ostacoli burocratici per una logistica di guerra più efficiente. Dunque, che intende fare Bruxelles per agevolare il traffico dei panzer - del peso di 70 tonnellate ciascuno - e portare le tempistiche di spostamento così a ore o, al più, giorni?
Secondo il quotidiano finanziario si sta lavorando a un piano europeo da 17 miliardi di euro - da far rientrare nel bilancio UE 2028-2038, in linea anche con l’impegno di portare la spesa difensiva al 5% del PIL - per modernizzare la rete infrastrutturale, attraverso 500 progetti top secret, lungo quattro corridoi militari, selezionati in coordinamento con la NATO. Il tutto in previsione del fatidico 2030, data indicata dal segretario generale dell'Alleanza, Mark Rutte, come possibile ora zero dell'attacco russo a uno Stato membro.
Il piano si inserisce in quello da 800 miliardi per il riarmo europeo, in un'ottica di minore presenza militare USA nel Vecchio Continente. Perché «non possiamo più permetterci di non essere pronti o di essere dipendenti», parola di Commissario.
L'intervista non è passata certo inosservata ed è stata ripresa oggi anche dall'agenzia russa Tass, che, circa l'ipotesi di un'aggressione di Mosca all'Europa, si é limitata ad aggiungere che il numero uno della NATO «non è riuscito a spiegare le ragioni alla base di tale accusa».