Al-Sharaa cede... e affida la città di Sweida alle milizie druse


Niente da fare contro il fuoco israeliano. Il presidente siriano è dovuto scendere a compromessi.
Niente da fare contro il fuoco israeliano. Il presidente siriano è dovuto scendere a compromessi.
DAMASCO - Il presidente siriano Ahmad al-Sharaa ha annunciato il trasferimento della responsabilità del mantenimento della sicurezza nella città meridionale di Sweida, teatro di sanguinosi scontri settari da domenica, alle fazioni locali e agli sceicchi drusi.
«Abbiamo dato priorità agli interessi del popolo siriano rispetto al caos e alla distruzione», ha dichiarato Shareeh in un discorso televisivo. «Abbiamo deciso che le fazioni locali e gli sceicchi saggi si assumeranno la responsabilità del mantenimento della sicurezza a Sweida», ha aggiunto il leader siriano citando «la necessità di evitare di sprofondare in una nuova guerra su larga scala» dopo quattro giorni di violenza.
«Avevamo due opzioni: una guerra aperta con l'entità israeliana a spese del nostro popolo druso, della sua sicurezza e della stabilità della Siria e dell'intera regione, oppure dare agli anziani drusi e agli sceicchi l'opportunità di tornare in sé e dare priorità all'interesse nazionale», ha spiegato Shareeh.
Il presidente siriano Ahmad al-Sharaa ha promesso di chiamare a rispondere i responsabili degli abusi contro quello che ha definito «il nostro popolo druso, che è sotto la protezione e la responsabilità dello Stato».
In un discorso tv il leader ad interim ha affermato che «lo Stato siriano è intervenuto per porre fine agli scontri tra gruppi armati a Sweida e nelle zone circostanti».
Le forze governative siriane schierate da martedì nella città meridionale a maggioranza drusa hanno iniziato a ritirarsi ieri a seguito di un accordo di cessate il fuoco, dopo essere state accusate di combattere a fianco delle tribù beduine.
Mediazione Usa - Il presidente siriano ad interim ha elogiato la mediazione statunitense, araba e turca per aver salvato la regione da un «destino incerto», criticando al contempo Israele per aver preso di mira strutture civili e governative.
«L'entità israeliana ha fatto ricorso a un attacco su larga scala contro strutture civili e governative», ha dichiarato Sharaa. Ciò ha portato a una «significativa complicazione della situazione e ha spinto le cose verso un'escalation su larga scala, se non fosse stato per l'efficace intervento della mediazione americana, araba e turca, che ha salvato la regione da un destino incerto», ha aggiunto il leader siriano.
Intanto è salito a oltre 350 morti il bilancio dei violenti scontri iniziati domenica nella provincia meridionale siriana di Sweida, secondo l'Osservatorio siriano per i diritti umani.
La organizzazione con sede nel Regno Unito specifica che tra le vittime risultano 79 combattenti drusi e 55 civili, 27 dei quali uccisi in «esecuzioni sommarie da parte di membri dei ministeri della Difesa e dell'Interno». Morti anche 189 membri del personale governativo e 18 combattenti beduini, secondo l'osservatorio.