Stati Uniti e Ue, è ora di parlare. Gli appuntamenti per discutere di dazi

Prima del 9 luglio, data di fine della sospensione delle tariffe, ci sono tre possibili slot, in occasione di incontri internazionali
WASHINGTON/BRUXELLES - Dopo la tempesta dei dazi e la quiete della sospensione, per Europa e Stati Uniti è giunto il momento di vedersi. Ad annunciare il nuovo step nelle trattative sui dazi, come quasi sempre è accaduto rispetto ad una Bruxelles piuttosto silente, è stato Donald Trump. "Sono appena stato informato che l'Ue ha chiamato per definire le date di un incontro», ha scritto il presidente americano su Truth. Una novità positiva, per il tycoon.
«Spero che, finalmente, come ho chiesto alla Cina, i Paesi europei si aprano al commercio con gli Stati Uniti», ha osservato Trump.
Da Palazzo Berlaymont, in via ufficiale, non è arrivato alcun commento a riguardo. La trattativa, nella strategia della Commissione, va comunque condotta lontano dai riflettori e il tempo degli annunci non è affatto maturo. Tuttavia, le lancette corrono e, da qui al 9 luglio - deadline per la sospensione dei dazi al 50% - le finestre per vedersi non sono tantissime.
C'è un primo slot che, nel quartier generale europeo, viene visto come quello davvero percorribile per un incontro non ai vertici, ma comunque ad alto livello: la ministeriale dell'Ocse che si terrà a Parigi il 3-4 giugno. Sono 36 i Paesi membri dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, tra i quali gli Stati Uniti. Alle riunioni è sempre invitata anche l'Ue. A parteciparvi per la Commissione potrebbero essere Valdis Dombrovskis o Maros Sefcovic, se non entrambi. A margine, un primo faccia a faccia con la controparte statunitense servirebbe a preparare il terreno per il mese di giugno, quello decisivo.
Da lì in poi, infatti, ad essere protagonisti di un incontro potrebbero essere da un lato i vertici Ue, dall'altro Trump. Le finestre, in questo caso, sono tre. Si parte con il G7 in Canada di metà giugno, dove voleranno sia Ursula von der Leyen che Antonio Costa. Alla Commissione è stato comunicato che Trump sarà presente. Un incontro a margine del summit è nelle cose. Ben diverso sarebbe un faccia a faccia tra von der Leyen e Trump a Washington, prima o dopo il G7. Nello staff della Commissione, dopo i precedenti Volodymyr Zelensky e Cyril Ramphosa, c'è un certo scetticismo ad affrontare "The Donald" allo Studio Ovale.
Pochi giorni dopo, il 24 e 25 giugno, a L'Aia c'è l'atteso summit della Nato. Si tratta di un vertice delicatissimo, possibile crocevia per la strategia di sostegno all'Ucraina e per nuove percentuali di spesa per la difesa, strumento che l'Ue ha messo in campo anche per ammorbidire Washington sui dazi. Un summit a cui seguirà, il 26 e 27 giugno, il Consiglio europeo. L'obiettivo della Commissione, finora appena bisbigliato, è portare Trump a Bruxelles. Con uno schema di accordo sui dazi da approvare.
La linearità di questo percorso ha mille incognite, la prima delle quali è proprio l'imprevedibilità di Trump. Il canale tra Washington e Bruxelles ora però è aperto. «L'intenzione è di intensificare i colloqui a livello tecnico nei prossimi giorni. La nostra strategia non cambia: trovare un accordo reciprocamente vantaggioso», ha ribadito l'esecutivo Ue.
L'ipotesi che tutto frani, tuttavia, non è affatto esclusa. Stando a quanto riportato da Reuters sul suo sito, Bruxelles ha chiesto alle aziende e agli amministratori delegati più importanti dell'Ue di fornire rapidamente dettagli sui loro piani di investimento negli Stati Uniti. L'idea è portare quei numeri al tavolo con la Casa Bianca delineando, così, anche le possibili perdite che l'economia americana subirebbe in caso di rottura.