Trump, dove passa lui fiorisce la pace: ma è proprio così?

Il tycoon, Nobel per la pace mancato, ha più spesso ricordato che sono ben 7 (otto se andrà a buon fine quella di Gaza) le guerre cui ha posto la parola fine.
WASHINGTON - Se uno dopo l'altro i 20 punti del suo piano per Gaza saranno rispettati (e dunque la pace in Palestina potrà dirsi compiuta), quella a cui avrà posto fine secondo quanto va affermando sarà l'ottava guerra.
Ma davvero le sette precedenti godono di buona salute in termini di pace?
Guerra numero 1: il presidente americano rivendica di avere contribuito all'accordo siglato tra India e Pakistan dopo i recenti scontri nel Kashmir. C'è un piccolo dettaglio e neanche tanto trascurabile: il premier indiano smentisce categoricamente che la tregua sia stata resa possibile grazie all'inquilino della Casa Bianca.
Guerra numero 2: Israele e Iran se le sono date di santa ragione nei mesi scorsi a suon di droni. Il tycoon cerca di gettare acqua sul fuoco, non prima però di avere fatto uscire dagli hangar i micidiali bombardieri pipistrello che mandano a "gambe all'aria" anche i bunker più invalicabili, come quelli di Teheran appunto. Dopo il gesto di pace, promette di portare al tavolo della trattiva Israele e Iran per la firma di un trattato che metta fine alle ostilità: fino a oggi di questo accordo non v'è traccia e Iran e Israele non spiccano certo per slanci di corrispondenze amorose. Il drone è sempre dietro l'angolo.
Guerra numero 3: nel 2020 con gli Accordi di Abramo cerca di mettere pace tra il mondo arabo e Israele. La distensione con gli Emirati però è stata messa a dura prova dopo l'attacco dell'Idf a Doha per tentare di eliminare i vertici di Hamas. Cinque anni o poco più e i missili sono tornati nuovamente a cadere.
Guerra numero 4: Cambogia e Thailandia. Con la scure dei dazi, il tycoon pensava di portare a più miti consigli i due eserciti, ma i due schieramenti continuano nelle schermaglie e gli scontri in realtà vanno avanti.
Guerra numero 5: per garantire la pace tra Armenia e Azerbaigian, Trump ha usato il convincimento che più spesso gli riesce meglio di spendere in campo diplomatico, quello degli affari. Ma le strette di mano a Washington, lo scorso mese, dei leader dei due Paesi non sono state altro che il sigillo di un accordo commerciale per uno sbocco sul Caucaso che porterà all'inaugurazione di quella che è stata subito ribattezzata "Rotta Trump". Risultato? La ratifica dell'accordo di pace è ancora di là da venire (i due Paesi hanno detto che si impegneranno); solo che "sistemate" le due ex repubbliche sovietiche, il presidente americano si è attirato un vespaio di critiche da India e Russia.
Guerra numero 6: scricchiola anche la vanteria di essersi attribuito la pace tra Ruanda e Repubblica democratica del Congo. Il cessate il fuoco vacilla per le intemperanze affidate alle armi del gruppo ribelle M23. Avere nazionalizzato sotto la bandiera USA le miniere che danno alla luce minerali rari e preziosi per le tecnologie moderne, non è servito a porre fine ai conflitti.
Guerra numero 7: sempre spendendo la moneta degli affari è andato dicendo che ci sarebbe lui dietro l'ammorbidimento dei dissapori tra Serbia e Kosovo. Ma le cronache mettono in evidenza che quell'area è una polveriera e che seppur monitorata dall'Alleanza atlantica sia pericolosamente soggetta a esplodere in qualsiasi momento.
A Gaza di esplosioni la gente non ne può più e si augura che nessuno torni a dare fuoco alla miccia e ai fogli del trattato con dentro quei 20 punti dove corre a gran velocità un estremo e insaziabile bisogno di pace.