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«Ci lanciano bombe, ma nel weekend saremo a Gaza»

Il racconto di Fabrizio Ceppi, il capitano ticinese dell'Alfonsina e il mare, sugli attacchi dei droni la scorsa notte contro la Flotilla
Foto equipaggio L'Alfonsina e il mare
«Ci lanciano bombe, ma nel weekend saremo a Gaza»
Il racconto di Fabrizio Ceppi, il capitano ticinese dell'Alfonsina e il mare, sugli attacchi dei droni la scorsa notte contro la Flotilla

CANDIA - «Li avevamo già avvistati ed era un po' che sorvolavano le barche, ma non ci hanno subito attaccati. Eravamo usciti tutti da sotto-coperta e tutti attenti a segnalare per capire se erano diretti su di noi. Poi, verso la una, improvvisamente il primo boato. Io non ero al timone in quel momento, c'era il comandante: in questi casi è lui che prende il comando della barca. Comunque, ci trovavamo più o meno a 200 metri da una delle prime imbarcazioni colpite».

Il capitano Fabrizio Ceppi a quei "mosconi" ronzanti che si vedono spuntare nel buio con i led luccicanti di rosso, sopra le acque scure del Mediterraneo, ci è abituato. Quel sibilo sinistro in avvicinamento, lui e gli altri "marinai" dell'"Alfonsina e il mare" hanno imparato a conoscerlo da quando hanno levato gli ormeggi dal porto di Siracusa.

«Sembrava una notte tranquilla» - Le spie volanti a volte si limitano raccogliere dati, altre volte - come è accaduto anche questa notte - scaricano ordigni assordanti e bombe riempite di gas urticanti sull'eroica flotta in missione di pace verso Gaza.

Sembrava una notte tranquilla, con il mare calmo e come rumore solo lo sciabordio dei velieri a solcare le acque, al massimo l'eco delle voci che si chiamavano da un equipaggio all'altro. E invece...

«E invece ci hanno bombardato un'altra volta - dice Ceppi, che quando ci parliamo ha appena smontato di turno al timone - gli israeliani non li capisco. Ci dicono di andare a consegnare gli aiuti al porto di Ashkelon e poi con questi attacchi rischiano di fare finire tutti i nostri carichi in mare».

Il rischio è che, oltre al carico, sono tanti quelli che temono vada perduta anche qualche vita umana.

Di notte le barche fanno gruppo e navigano vicine con le luci dell'albero spente - «Sa - rivela il capitano dell'Alfonsina - qui le opinioni anche tra di noi su come sia meglio difendersi e mettersi in salvo divergono: c'è chi è del parere di stare tutti fuori coperta e tenere accesa qualche luce, in maniera che se vedono delle persone magari non bombardano, ritenendo che sia improbabile che vogliano fare dei morti in acque internazionali, e chi invece dice che sia meglio stare tutti sotto. Sulla nostra barca abbiamo scelto una via di mezzo, qualcuno sotto e qualcuno sopra, perché in caso di pericolo scendere tutti e nove nello stesso momento da quella piccola scaletta non è proprio indicato».

Di notte le barche si "stringono" fra di loro, fanno gruppo, «perché nel caso bisogna soccorrere qualcuno si è tutti abbastanza vicini» e navigano con le luci degli alberi spente. Per dormire si fa a turno.

«Io stanotte ho dormito dalle 4 alle 7, poi nel pomeriggio andrò a riposare un altro po' per tornare al timone senza più la stanchezza che si fa sentire».

Il segnale d'allarme mentre parla al telefono - Mentre siamo al telefono si sente un segnale d'allarme. Droni in vista? «Nooo, per fortuna! È un avviso che mi ricorda di disattivare un dispositivo qui a bordo. Non si tratta di un drone».

«I droni arrivavano da tutte le parti» - Quelli di stanotte «arrivavano da un po' tutte le direzioni, eravamo circondati. Fanno delle strane traiettorie - spiega Ceppi - poi magari si avvicinano e tornano indietro, poi senti questa esplosione fortissima, boom, e vedi questa luce abbagliante. Stanotte ne hanno colpite 4, non causando grossi danni, insomma hanno comunque squarciato un paio di rande di vele che andranno tappate o sostituite. Qualche albero è stato danneggiato, assieme a qualche antenna radio. Qualcuno a bordo delle imbarcazioni finite sotto l'attacco ha rischiato di essere colpito in pieno da una bomba a gas, è stato mancato per pochissimo. La sostanza urticante si cerca di non toccarla e si procede con il lavaggio ad acqua. Devo dire una cosa: la Guardia costiera greca stanotte ci ha supportato».

La paura che fanno quei botti in mezzo al buio del mare - Sentire però quei boati in mezzo al buio che squarciano il silenzio del mare «è qualcosa che mette paura, sono delle botte pazzesche».

I velivoli che hanno colpito stanotte «sembrano più piccoli di quelli dei giorni scorsi che assomigliavano a dei piccoli aeroplani» racconta il capitano dell'Alfonsina, che in merito ai fatti di stanotte ipotizza anche «un lancio da un aereo, viste le dimensioni. Inoltre si spezzano in tante parti colpendo una parte della barca o nell'impatto con l'acqua».

«Il fine settimana saremo a Gaza» - I danni provocati dall'attacco comporteranno un rallentamento della navigazione verso Gaza, dove la Flotilla conta comunque di arrivare tra sabato e domenica. «Adesso stiamo percorrendo in tutta la sua lunghezza l'isola di Creta, viaggiamo a 3-4 nodi. Ma per il fine settimana saremo davanti alla zona rossa».

«Ci aspettiamo abbordaggi a ondate: non possono affrontare 50 barche tutte insieme» - E lì che succederà? «Ci aspettiamo degli abbordaggi a ondate, perché 50 barche tutte assieme non le possono affrontare. Saliranno a bordo, sequestreranno le imbarcazioni e ci condurranno in uno dei loro centri di identificazione. A quel punto, avendo interrotto tutte le comunicazioni, i nostri avvocati si metteranno all'opera».

Il silenzio del Dipartimento degli affari esteri - L'imbarcazione di Ceppi non è in contatto con il Dipartimento degli affari esteri. Il silenzio tace anche all'altro capo del telefono, da dove non è giunto alcun segnale nemmeno dopo quello che è accaduto stanotte. «Continuano a ripetere che lo sconsigliano questo viaggio e "chi lo fa, lo fa a suo rischio e pericolo". Noi siamo dell'idea che andrebbe fatta pressione su Israele».

L'Italia manda una nave da guerra - Gli diamo la notizia che l'Italia ha inviato una fregata da guerra per proteggere le imbarcazioni battenti bandiera italiana, con una decisione presa dal ministro della Difesa Guido Crosetto.

«Speriamo non scoppi una battaglia sopra le nostre teste» cerca di sdrammatizzare Ceppi.

I piccoli inconvenienti a bordo - A bordo i piccoli inconvenienti non mancano: «Nei giorni scorsi il frigo non funzionava - racconta - sa, quando siamo a vela lo stacchiamo, perché altrimenti se lo lasciamo acceso e non c'è il motore la batteria si consuma. Poi con tutti gli altri equipaggiamenti accesi, Starlink per le comunicazioni, la radio, il pilota automatico, quindi si consuma tanta elettricità. Dunque, con il frigo che non funzionava non siamo riusciti a cucinare verdure e cose fresche insomma. Così stiamo andando a scatolame e a pasta e riso, oltre a legumi sempre in scatola. Ma abbiamo ancora anche qualche cocomero».

La città fantasma di Gaza - Il capitano Ceppi adesso deve andare. Bisogna riposare un altro po' per prepararsi alla notte di guardia sul ponte. Il cielo è azzurro, ci fa sapere. Una lieve brezza spinge l'Alfonsina verso le coste della città fantasma di Gaza.


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