Israele: «Impediremo alla Flotilla di arrivare a Gaza»

Il ministero degli Esteri rivela che gli attivisti hanno respinto la proposta del governo israeliano di portare gli aiuti per i palestinesi al porto di Ashkelon.
TEL AVIV - Se la «Flotilla di Hamas» continua a «respingere la proposta pacifica di Israele, adotteremo le misure necessarie per impedirne l'ingresso nella zona di combattimento e per porre fine a qualsiasi violazione di un legittimo blocco navale, compiendo al contempo ogni sforzo possibile per garantire la sicurezza dei suoi passeggeri».
Lo scrive su X il ministero degli Esteri israeliano, rivelando di aver avuto una risposta negativa dagli attivisti circa la proposta di portare gli aiuti per i palestinesi al porto di Ashkelon per farli poi trasferire a Gaza.
«Questa risposta mette ancora una volta in luce la mancanza di sincerità dei membri della flottiglia e la loro missione di servire Hamas, piuttosto che la popolazione di Gaza».
«Ripetiamo: se le vostre intenzioni sono sincere, trasferite qualsiasi aiuto di questo tipo alla Marina di Ashkelon, in modo che possa essere inoltrato tempestivamente alla Striscia di Gaza in modo pacifico e non violento», ribadisce il governo di Israele.
Dalle navi in navigazione, i portavoce della Global Sumud Flotilla fanno sapere che «i precedenti di Israele di intercettare le navi, bloccare i convogli e limitare le rotte dimostrano che la sua intenzione non è facilitare gli aiuti umanitari, ma di controllarli, ritardarli e negarli». In questo senso, la Global Sumud Flotilla ricorda che «dal maggio scorso Israele ha consentito l'entrata a Gaza di una media di 70 camion al giorno, quando le agenzie delle Nazioni stimano che ne sarebbero necessari fra 500 e 600 per coprire il fabbisogno quotidiano di beni primari per la popolazione gazawi».
Allo stesso tempo, per la spedizione, la proposta di Israele di sbarcare gli aiuti per i palestinesi ad Ashkelon non è una richiesta neutrale, ma «una strategia per ostruire in maniera deliberata» la loro consegna a Gaza.
Global Sumud Fotilla avverte che Israele «prepara il terreno» per rispondere violentemente contro i suoi equipaggi, che «agiscono legalmente per prestare aiuti», nel presentare «una missione umanitaria pacifica come una violazione della legge».
Gli attivisti esortano, infine, la comunità internazionale a non interpretare le dichiarazioni di Israele come mere istruzioni operative, poiché rappresentano «la continuazione del blocco che, secondo investigatori dell'Onu è parte del genocidio in corso a Gaza».