Xi Jinping, pace e bene. Poi il monito: «Il mondo scelga tra la guerra e la pace»


Il presidente cinese dopo la parata militare rilancia il suo "verbo" dialogante: «L'umanità vive sullo stesso pianeta e dovrebbe lavorare in solidarietà e armonia». Ma avverte: «Non ripetere gli errori del passato».
Il presidente cinese dopo la parata militare rilancia il suo "verbo" dialogante: «L'umanità vive sullo stesso pianeta e dovrebbe lavorare in solidarietà e armonia». Ma avverte: «Non ripetere gli errori del passato».
PECHINO - Prima la sfilata in abito da parata alla Mao Tse-Tung sulla limousine "Bandiera rossa" scoperta, mostrando al mondo la potenza di fuoco cinese con un'esposizione d'alta "moda" militare di droni, sottomarini e missili, compreso l'ultimo "gioiello" a gittata intercontinentale e a testata nucleare, il supersonico DF-61; poi un discorso da gran paciere del mondo davanti ai "compagni" Putin e Kim Jong-un con cui ha in mente di costruire un nuovo ordine mondiale.
«L'umanità vive sullo stesso pianeta e dovrebbe lavorare insieme in solidarietà e armonia. Non dobbiamo mai tornare alla legge della giungla, dove il forte preda il debole» ha ricordato il comandante in capo Xi.
Detto davanti a un presidente che dal 2022 dà ordine ogni santo giorno di bombardare la martoriata Ucraina e a un dittatore come quello nordcoreano che partecipa alla guerra dello zar, imprigiona i dissidenti e si diverte a giorni alterni a lanciare missili nel mar del Giappone, può apparire un po' azzardato.
Ma nel giorno in cui si devono celebrare gli 80 anni dalla fine della Seconda guerra mondiale anche nel Pacifico, il discorso non poteva che prendere quella piega di fratellanza planetaria.
La predica tutta pace e bene del presidente cinese è stata però preceduta da un monito che è riecheggiato davanti ai 10mila soldati dell'Esercito popolare di liberazione schierati nella famosa piazza Tienanmen: «Il mondo scelga tra guerra e pace».
Come anche a dire: siamo gente pacifica ma anche pronta a muovere le armi (e l'impressionante passerella della dotazione militare fa da pro-memoria) se minacciati nei nostri propositi di integrità territoriale (ndr. ogni riferimento all'intromissione statunitense nell'affare Taiwan è puramente causale).
Xi ha fatto capire che il rinnovamento e l'ascesa «della nazione cinese è inarrestabile e la causa di pace e sviluppo dell'umanità prevarrà», invitando le nazioni a evitare che «le tragedie della storia si ripetano».
Dopo la parata, costata si dice oltre 5 miliardi di dollari, Xi si è spostato con Putin e Kim Jong-un nella Grande sala del popolo, dove è stato offerto un banchetto in grande stile.
Anche qui, davanti a tartine e champagne, è tornato a professare il suo credo: «Noi saremo sempre una forza per la pace, la stabilità e il progresso nel mondo». Ai compagni Vladimir e Kim, che lo ascoltavano sornioni al suo fianco, deve essere andata di traverso la tartina.