La muraglia russo-cinese contro le invasioni di Trump

Al vertice di Pechino Xi Jinping e Vladimir Putin rinsaldano i loro legami non solo commerciali: e alle prove d'intesa del nuovo ordine mondiale si unisce anche il leader indiano Modi.
PECHINO-MOSCA - Fratellanza militare, assistenza reciproca, intese commerciali, difesa comune della verità storica, protezione della giustizia e degli interessi comuni: nel calibrare (e ricordare) attentamente il peso delle affinità elettive che accomunano da almeno 80 anni le relazioni fra Russia e Cina, il presidente Vladimir Putin ha volutamente fatto leva su quegli elementi che sono la cerniera cardine in grado di assicurare la tenuta di un progetto che vuole ridisegnare l'ordine mondiale.
Un ordine troppo inclinato a Occidente, politicamente e militarmente, e assoggettato a un'egemonia commerciale che - per alcuni dei principali leader invitati prima a Tianjin e poi a Pechino dal presidente cinese Xi Jinping - ha fatto il suo corso e va ridisegnata.
Lo stesso Xi, si è detto pronto «a rafforzare i legami e a coordinare tempestivamente le posizioni sulle questioni che riguardano gli interessi dei due Paesi», implicito riferimento alla necessità di fermare le continue invasioni - non solo in ambito commerciale - di Donald Trump.
Un Donald Trump che nello Studio Ovale non deve avere provato chissà quali fiotti di gioia nel vedere il premier indiano e l'amico Vladimir tenersi per mano e ridersela di gusto spalleggiati dal padrone di casa Xi: come mandare giù del resto il boccone amarissimo di non avere centrato nemmeno uno degli obiettivi che si era prefissato sulla "testa" della triade?
Voleva mandare all'aria le "nozze" tra Mosca e Pechino è non c'è riuscito; era sicuro di affossare l'espansione cinese e la sua influenza nel mondo ma è stato il suo piano per ora a finire sotterrato. Era convinto di avere usato argomenti convincenti per far capire al premier indiano che doveva finirla di comprare petrolio russo sottoprezzo ed è finito per bruciarsi. Avrebbe giurato di riuscire anche a fermare le flotte ombra che fanno arrivare componentistica cinese alle industrie belliche russe, ma sembra che il blocco non sia stato dei più efficienti.
Tutto questo mentre, lontani da telecamere e fotografi, Putin e Xi - dopo avere firmato una ventina di accordi di cooperazione - si sono intrattenuti parlando di «questioni internazionali e regionali», ha riportato Ria Novosti.
Per un presidente che ha una certa predilezione per i muri da erigere sui confini, trovarsi di fronte alla muraglia diplomatica russo-cinese e non riuscire ancora ad abbatterla non deve essere certo un buon vivere.