Il dramma dell'acqua: due miliardi di persone la bevono contaminata

Lo afferma l'ultimo rapporto di OMS e Unicef presentato in occasione della Settimana mondiale dell'acqua
STOCCOLMA - Due miliardi di persone bevono acqua contaminata, mettendosi a rischio di malattie e infezioni, oltre che in una condizione di esclusione sociale profonda.
È l'ultimo rapporto di OMS (l'Organizzazione Mondiale della Sanità) e Unicef a fotografare la drammatica situazione che vivono intere comunità dimenticate di questo pianeta; non è la sola disgrazia che devono affrontare quotidianamente: oltre alla scarsità di cibo e l'accesso difficoltoso alle cure mediche, non hanno la possibilità di avere dei servizi igienico-sanitari «gestiti in modo sicuro» e il dossier indica che sono più di 3 miliardi quelli che si trovano in questa condizione, «tra cui 354 milioni che praticano la defecazione all’aperto».
I dati arrivano in occasione della "Settimana Mondiale dell’Acqua 2025", in corso fino al 28 agosto a Stoccolma. La ricerca messa in campo dalle due organizzazioni e intitolata "Progressi nell’acqua potabile e nei servizi igienico-sanitari domestici 2000–2024", rivela che, sebbene siano stati fatti alcuni progressi, «le persone che vivono in paesi a basso reddito, contesti fragili, comunità rurali, bambini, e gruppi etnici minoritari e indigeni affrontano le maggiori disparità».
I fatti chiave dal rapporto - Nonostante i progressi fatti dal 2015, riguardo al capitolo acqua potabile, in quei 2 miliardi di persone che utilizzano acqua non sicura e piena di contaminanti, ve ne sono «106 milioni che bevono direttamente da fonti superficiali non trattate».
Superano il miliardo e mezzo le (1,7) le persone che «non hanno ancora servizi igienici di base a casa, compresi 611 milioni senza accesso ad alcuna struttura».
Le persone nei Paesi meno sviluppati - riferisce il rapporto - «hanno oltre il doppio delle probabilità rispetto alle persone di altri Paesi di non avere servizi idrici e igienico-sanitari di base, e più di tre volte le probabilità di non avere servizi igienici di base. Nei contesti fragili, la copertura dell’acqua potabile gestita in modo sicuro è inferiore di 38 punti percentuali rispetto ad altri paesi, evidenziando disuguaglianze marcate».
Sebbene ci siano stati miglioramenti per le persone che vivono in aree rurali, queste rimangono indietro. La copertura dell’acqua potabile gestita in modo sicuro è passata «dal 50 per cento al 60 per cento tra il 2015 e il 2024, e la copertura igienica di base dal 52 per cento al 71 per cento. Al contrario, la copertura idrica e igienica nelle aree urbane è rimasta stagnante».
Donne e ragazzine responsabili della raccolta dell'acqua nei villaggi - I dati di 70 paesi mostrano che, sebbene la maggior parte delle donne e delle adolescenti disponga di materiali mestruali e di un luogo privato per cambiarsi, molte non hanno materiali sufficienti per cambiarsi con la frequenza necessaria.
«Le adolescenti di età compresa tra 15 e 19 anni hanno meno probabilità rispetto alle donne adulte di partecipare ad attività durante il ciclo mestruale, come scuola, lavoro e passatempi sociali. Nella maggior parte dei Paesi con dati disponibili, le donne e le ragazze sono principalmente responsabili della raccolta dell’acqua, con molte in Africa subsahariana e in Asia centrale e meridionale che impiegano più di 30 minuti al giorno per raccogliere acqua».
In un mondo che ha visto lievitare di 2 miliardi il numero dei suoi abitanti tra il 2000 e il 2024 (da 6,2 miliardi a 8,2 miliardi) e dove un quarto della popolazione «ha ottenuto l'accesso ad acqua potabile gestita in modo sicuro» e«un terzo (2,8 miliardi) ha ottenuto servizi igienico-sanitari», i progressi «sono stati disomogenei e il numero totale di persone che ancora non hanno accesso a tali servizi è diminuito più lentamente».