È finito un certo tipo di estate


Addio alle spiagge affollate, sempre e comunque: i prezzi sono troppo alti, l'italiano cambia abitudini, prima ancora che destinazioni
Addio alle spiagge affollate, sempre e comunque: i prezzi sono troppo alti, l'italiano cambia abitudini, prima ancora che destinazioni
ROMA - L'estate del 2025 sarà ricordata, più ancora che per il caldo torrido, per la fiammata dei prezzi che hanno raggiunto un punto di non ritorno.
Il turismo del weekend - Questo è il resoconto di una vacanza in Salento, fattoci pervenire da un viaggiatore appena rientrato: «Stabilimenti balneari che offrivano l'ombrellone e due lettini in sesta fila a 85 euro al giorno, ristoranti che proponevano classici piatti come spaghetti allo scoglio a 32 euro; nel mio residence, gli appartamenti vuoti durante la settimana venivano occupati solo nel weekend». Un caso isolato? Sembra di no. «Su Booking - cosa mai accaduta negli anni passati - anche nelle località più rinomate del Salento vi era ampia disponibilità di case, però a prezzi folli: venivano proposti appartamenti a 6280 euro». Ecco quindi come nasce il fenomeno che sta accomunando le località balneari, da nord a sud della Penisola. «Sulle spiagge, quelle libere, il boom si registrava solo la domenica, grazie ai tanti residenti che arrivavano dall'entroterra. Il grande assente l'italiano medio, si notavano francesi e svizzeri (molti dei quali erano emigranti di rientro nei paesi d'origine)».
IMAGO / ABACAPRESSRimini.
Le coste soffrono - Il malessere appare generalizzato, leggendo i media nazionali. Quelli locali presentano quadri a volte dai toni meno foschi, interpellando i responsabili di enti turistici che gettano acqua sul fuoco. Come nel caso delle Cinque Terre, dove non si fa una tragedia dopo anni di overtourism selvaggio e anzi si parla di «numeri migliori del 2024». A Rimini, il luogo simbolo di un certo modo di fare vacanza, più del 50% degli albergatori lamenta un calo delle presenze rispetto allo scorso anno. Un punto sottolineato anche da Fabrizio Licordari, presidente di Assobalneari, che parla di una demonizzazione dei gestori dei lidi. «Ci sono offerte per tutte le tasche e anche gli alberghi dietro di noi non sono pieni». Lo ha confermato un'albergatrice pesarese a il Resto del Carlino: «Per cercare di riempire abbiamo dovuto abbassare un po’ i prezzi e questo non vale solo per me, ma anche per diversi altri miei colleghi. L’ultima settimana di luglio e la prima di agosto sono andate male. Direi che è proprio una stagione molto complicata».
Ferragosto sarà la salvezza? - Ora siamo entrati nella settimana di Ferragosto, da molti attesa come la manna dal cielo. Basterà quello che tradizionalmente è il culmine dell'estate per salvare la stagione? Dalla Liguria assicurano di essere sull'orlo del sold-out, con un tasso di occupazione delle strutture ricettive del 97%. Un risultato raggiunto per merito delle prenotazioni last-minute. Ma è un ottimismo a macchia di leopardo. Sull'Adriatico c'è chi lamenta di avere ancora camere libere per il lungo weekend del 15 agosto e si rallegra solo per il ritorno di un po' di presenze straniere. Con loro, però, «non si può però scendere nella qualità del servizio», spiega un'altra albergatrice, sempre di Pesaro. Sulle Alpi, invece, continuerà anche a Ferragosto il trend positivo che sta segnando tutta la stagione.
Quelli che ridono - L'altra faccia della medaglia è rappresentata da lidi da tutto esaurito e spiagge sabbiose affollate. È la realtà del Lago di Como, che sta registrando un'altra estate di gloria che sancisce il suo status di meta dall'appeal globale. Qui i turisti, negli ultimi dieci anni, sono praticamente raddoppiati (98%). Non va diversamente negli altri laghi del Nord. I media locali fanno i conti: i lidi del Lario hanno tariffe giornaliere di 10-15 euro (salvo le riduzioni per i residenti) e 20-30 euro per il set completo lettini-ombrellone. Inoltre il pacchetto non è obbligatoriamente settimanale: si può accedere a giornata, e questo avvantaggia il pienone anche nei giorni feriali. Un turismo spesso di prossimità, da consumare in due-tre giorni, se non addirittura in giornata, che si adatta a budget contenuti e risulta facilmente modulabile.

Stanno finendo i soldi (ed è cambiata la vacanza) - «Abbiamo meno soldi, facciamo meno vacanze e cerchiamo di spendere il meno possibile». Le parole pronunciate a Mowmag dal critico enogastronomico del Corriere della Sera Valerio Visintin certificano lo stato di salute degli italiani, più ancora che del turismo. «C’è un oggettivo decadimento del potere d’acquisto degli italiani. Questo è un dato di fatto. Tant’è che a Rimini c’è già da anni un’erosione di posti letto. Nel senso che molti hotel hanno chiuso». Nonostante la proverbiale competitività della Riviera romagnola, in termini di offerta. «Prezzi troppi alti sulle spiagge di Rimini? Non scherziamo. Non c’è nessun’altra località in Italia capace di offrire gli stessi servizi alle tariffe che abbiamo noi» spiega uno dei titolari dell'Adriatic Village, un gigantesco stabilimento balneare romagnolo.
Un discorso che si può fare ancora di più sul Tirreno, storicamente più caro. Il calo sulla costa toscana è importante: si arriva al 20% in meno, secondo le prime stime dell’Associazione balneari di Lido di Camaiore. È complicato trovare una risposta: «Chi pensa che possiamo tagliare ancora i prezzi non ha idea di cosa significhi tenere in piedi un’impresa turistica oggi» spiega a La Nazione il presidente dell'ente, Marco Daddio. «Abbassare i prezzi significa chiudere. Come la crisi investe le famiglie, investe anche l'azienda. Chi fa impresa, infatti, è una famiglia».

Come la pensa la politica - «Dire che le spiagge sono vuote perché le tariffe sono alte è una presa in giro, è disonesto. È cercare di trovare un capro espiatorio» ribadisce all'agenzia stampa AdnKronos Antonio Capacchione, presidente di Sib Confcommercio. «Il problema reale delle famiglie italiane è che non riescono ad arrivare a fine mese. Quest'anno la vacanza italiana è la cartina di tornasole di un Paese che è in difficoltà». L'estate e le vacanze diventano così materia di scontro politico. Il Partito Democratico attacca il governo Meloni, parla delle conseguenze dei bassi salari e chiede l'introduzione del salario minimo. Mentre Fratelli d'Italia, il partito della premier, sostiene che l'Italia è sempre al top del turismo e che gli italiani, semplicemente, hanno cambiato destinazioni. È una questione di gusti, insomma, non di portafogli vuoti.
In vacanza, comunque, ci si va - Eppure, crisi o non crisi, alla vacanza non si rinuncia. «Dove siano i turisti italiani, questo però non lo so. Milano è completamente svuotata. Quindi, da qualche parte, saranno andati i milanesi», aggiunge Visintin. E avverte: «Non basta una stagione per definire un andamento lineare del turismo italiano, del turismo di casa. Quindi bisognerebbe aspettare due o tre stagioni per capire se è vero». Ma, come scrive Paolo Di Paolo su Repubblica, è cambiato il modo di concepire la vacanza. Meno soldi? Basta con la villeggiatura di due-tre settimane in riva al mare: ecco «l’Italia che rimodella la vacanza low cost sulla spiaggia libera, sulla montagna dove costa meno, sulla bassa stagione e sulle due notti qua, due là».