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GUERRA IN UCRAINA

Non aspettiamoci nulla

A Istanbul va in scena un nuovo round negoziale tra Russia e Ucraina. Le aspettative? Molto basse. Ma è uno passaggio obbligato verso l'incontro diretto tra Putin e Zelensky
Getty
Le vetrate del Palazzo di Çırağan di Istanbul, sede dei colloqui di oggi tra Russia e Ucraina.
Non aspettiamoci nulla
A Istanbul va in scena un nuovo round negoziale tra Russia e Ucraina. Le aspettative? Molto basse. Ma è uno passaggio obbligato verso l'incontro diretto tra Putin e Zelensky

ISTANBUL - Aspettative al ribasso attorno al tavolo e una guerra che oramai si trascina stancamente, animata a colpi di numeri che sembrano scaturire da una sorta di slot machine impazzita. Quaranta aerei distrutti da una parte, 472 droni lanciati dall'altra: il pirotecnico contorno della vigilia prima dei colloqui in corso oggi a Istanbul, già bollati come "vani" in termini di potenziali progressi verso una qualsiasi forma di tregua.

A differenza del precedente tavolo turco, dove le parti concordarono lo storico scambio dei "mille per mille", le delegazioni impegnate oggi sono di basso profilo, perlopiù costituite da figure tecniche e dalla sostanziale mancanza di peso politico. Una situazione che Kiev ha letto, ad alta voce, come una dimostrazione del fatto che in quel di Mosca alla pace ci si penserà domani. E non in termini strettamente legati al calendario. Perché, in questo momento, è il Cremlino che può permettersi di prendere tempo.

Tuttavia, anche quello di oggi si configura come un passo - quanto lungo lo sapremo solo fra qualche ora - verso l'unico tavolo da cui potrà uscire una soluzione, ovvero quello che vedrà i presidenti russo e ucraino, Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky, seduti insieme. E con loro, non serve dirlo, anche Donald Trump, presidente di quegli Stati Uniti; che sono parte ancora più in causa dopo aver siglato, il mese scorso, il famoso accordo sulle "terre rare" in Ucraina (il tutto, va evidenziato, con delle tempistiche che hanno con ogni probabilità creato più di un cortocircuito nell'andamento dei negoziati).

Nel frattempo, dall'Europa geografica soffia con costanza il vento del sostegno a Kiev da parte dei cosiddetti "volenterosi", la coalizione in formato ridotto guidata da Parigi e Londra. Il premier britannico Keir Starmer ha speso parole di elogio questa mattina per «lo spirito di resistenza» e «il coraggio» degli ucraini, difendendo - «Ha diritto assoluto all'autodifesa» - l'azione militare con cui le forze ucraine hanno colpito ieri la Russia.

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