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IL CASO

«Classi ghetto» e genitori in rivolta: un solo italiano su 61 scolari

A Mestre solo un alunno italiano tra i 61 iscritti alla prima elementare: proteste dei genitori e discussione sulle classi 'ghetto'.
TIPress (foto emblematica)
Fonte ATS ANS
«Classi ghetto» e genitori in rivolta: un solo italiano su 61 scolari
A Mestre solo un alunno italiano tra i 61 iscritti alla prima elementare: proteste dei genitori e discussione sulle classi 'ghetto'.

VENEZIA - Un unico alunno italiano, una decina invece se si considerano anche gli italiani di seconda generazione, risultano tra i 61 iscritti alla prima elementare in una scuola di Mestre (Venezia), facendo così inalberare alcuni genitori che hanno deciso di portare i loro figli in un altro istituto.

Il caso è stato portato alla luce da Il Gazzettino, che ha raccontato come alla scuola elementare Cesare Battisti, nota per essere la scuola dell'integrazione fin dagli inizi degli anni Novanta, emergono forti malumori da parte di vari genitori che hanno deciso di ritirare i propri figli e iscriverli altrove.

«Si è arrivati a creare una scuola-ghetto - è il commento di alcune mamme e papà - e tutto a fronte di un eccezionale impegno del personale scolastico per cercare di affrontare le difficoltà derivate dagli inserimenti degli stranieri. Non è un discorso di 'quote', ma bisogna riconoscere che tanti alunni e famiglie che arrivano, forse per la maggior parte, non parlano italiano. E senza lingua è impossibile discutere di integrazione».

La situazione appare difficile anche per il consiglio di istituto che ha contattato il Comune di Venezia per discutere del caso con l'assessore di riferimento e con il sindaco Luigi Brugnaro . Quella della formazione delle classi è un tema sollevato anche dall'assessore alla Coesione sociale di Venezia, Simone Venturini, secondo il quale dovrebbe «essere richiamato il ruolo del Ministero e degli Uffici scolastici perché, nonostante i salti mortali ed un impegno davvero 'eroico' degli insegnanti, con questi numeri nelle classi anch'io credo che non si possa parlare di 'integrazione'».

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