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Gli auguri di Trump a Epstein nella sagoma di una donna nuda

La Casa Bianca nega: «La firma non è quella del presidente». Intanto svelati nuovi dettagli sul rapporto tra il finanziere e la JPMorgan
Foto AFP
Fonte ATS
Gli auguri di Trump a Epstein nella sagoma di una donna nuda
La Casa Bianca nega: «La firma non è quella del presidente». Intanto svelati nuovi dettagli sul rapporto tra il finanziere e la JPMorgan

NEW YORK - L'ombra di Jeffrey Epstein torna a perseguitare Donald Trump. Mentre un'indagine del New York Times rivela che JP Morgan agevolò gli illeciti traffici sessuali dell'ex finanziere, i democratici della Camera pubblicano la presunta lettera di compleanno firmata dal presidente all'amico Epstein. La missiva, raccolta in un album per i 50 anni del finanziere, è stata ottenuta dalla commissione di sorveglianza della Camera, che nelle scorse settimane aveva emesso un mandato di consegna di vari documenti ai legali che curano i beni di Epstein.

La lettera oscena e i suoi contenuti erano stati svelati a luglio dal Wall Street Journal, scatenando l'ira di Trump. Il presidente aveva negato seccamente che la lettera fosse la sua e aveva fatto causa per 10 miliardi al quotidiano e al suo editore Rupert Murdoch. E anche stavolta la Casa Bianca, riporta la Cnn, nega: la firma nella lettera pubblicata dalla commissione di sorveglianza della Camera «non è di Donald Trump».

«Questa è la lettera che Donald Trump aveva detto non esistere. Ancora una volta sta mentendo agli americani e sta manovrando la Casa Bianca per coprire» i fatti, ha attaccato il deputato democratico Robert Garcia poco dopo la pubblicazione della missiva. Il messaggio per i 50 anni di Epstein risale al 2023 ed è stato racchiuso in un album ad hoc da Ghislaine Maxwell, la complice del finanziere che sta scontando 20 anni di carcere. Il testo dattiloscritto è contenuto nella sagoma di una donna nuda disegnata con un pennarello spesso, con due archi a indicarne il seno. E la firma Donald sotto la vita, a ricordare i peli pubici. «Buon compleanno, e che ogni giorno possa essere un meraviglioso segreto», ha scritto Trump a Epstein.

La pubblicazione del messaggio aumenta la pressione sul presidente, che per alcune settimane era riuscito a mettere a tacere lo spinoso dossier. La missiva arriva mentre il New York Time ha pubblicato la sua indagine sul ruolo di JPMorgan negli affari di Epstein e lo speaker della Camera Mike Johnson ha ritrattato la sua affermazione secondo cui il tycoon fu un informatore dell'Fbi nella vicenda dell'ex finanziere.

Alcuni elementi del rapporto tra JP Morgan ed Epstein sono da tempo pubblici, ma la reale portata del coinvolgimento della banca nella vicenda non era nota. Secondo il Nyt, il finanziere utilizzò l'istituzione bancaria come ingranaggio cruciale nelle sue operazioni di traffico sessuale elaborando migliaia di transazioni e aprendo conti senza i dovuti controlli e «senza cogliere i segnali d'allarme del traffico di esseri umani». Secondo il Nyt, i dipendenti avevano lanciato l'allarme su come Epstein stesse utilizzando la banca per cui lavoravano, ma i loro avvertimenti rimasero inascoltati. In almeno quattro occasioni, quando i dirigenti di JP Morgan furono informati di queste preoccupazioni e appresero che Epstein era presumibilmente sotto inchiesta federale, decisero di continuare a fare affari con lui.

Più volte, la banca ha creduto alle rassicurazioni di Epstein e dei suoi avvocati sul fatto che non fosse coinvolto nel traffico di esseri umani. A un certo punto, Epstein fu anche una fonte importante di entrate per la divisione private banking di JPMorgan, che si rivolge a clienti ultra-ricchi. Individuò potenziali nuovi clienti per la banca, la aiutò a orchestrare un'importante acquisizione e la presentò su opportunità di guadagno. Mentre Epstein scontava la sua pena detentiva in Florida per aver indotto un'adolescente a prostituirsi, continuò a consigliare i dirigenti della banca sulle decisioni strategiche, persino su come affrontare le conseguenze dello schema Ponzi di Bernard Madoff. Il principale sostenitore di Epstein all'interno della banca era Jes Staley, uno dei suoi dirigenti di più alto livello, un confidente fidato del ceo di lunga data della banca, Jamie Dimon. Nel 2010, Staley ebbe anche rapporti sessuali con una delle assistenti del finanziere. «Ora sappiamo che la fiducia era mal riposta», ha detto Joseph Evangelisti, il portavoce della banca, dichiarando che il rapporto della banca con Epstein «è stato un errore e, col senno di poi, ce ne pentiamo, ma - ha sostenuto - non lo abbiamo aiutato a commettere i suoi crimini efferati».

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