Auto su tifosi a Liverpool, l'investitore: «È stato un incidente»
Il 53enne imprenditore britannico che era alla guida dell'auto e che si trova oggi in carcere, nega l'atto deliberato.
LIVERPOOL - Si è dichiarato «non colpevole» delle accuse Paul Doyle, il 53enne piccolo imprenditore britannico ed ex militare dei reparti di commando dei Royal Marines, alla sbarra di fronte alla giustizia del Regno Unito per aver investito a maggio a Liverpool, alla guida della sua Ford Galaxy, decine di persone reduci nella città inglese dei Beatles dalle celebrazioni della parata della vittoria dei Reds, allora freschi trionfatori della Premier League di calcio inglese.
L'uomo, il cui gesto aveva causato il ferimento di oltre 130 fra tifosi e passanti, tra cui diversi ragazzi e bambini, è ricomparso oggi davanti alla Liverpool Crown Court, in collegamento dal carcere londinese di massima sicurezza di Belmarsh, dopo che il mese scorso la pubblica accusa aveva aggravato la sua posizione con sette nuovi capi d'imputazione. Incluso quello per lesioni gravi.
Per bocca del suo avvocato, Simon Csoka, ha denunciato una presunta violazione dei suoi diritti alla difesa, lamentando d'essersi visto negare in carcere un laptop e di non aver potuto rivedere i video che documentano l'investimento di massa. Investimento ridimensionato secondo la sua versione a una sorta d'incidente e presentato invece da polizia e pubblico ministero come qualcosa di evidentemente volontario. L'accusa gli imputa infatti di aver utilizzato il veicolo come "un'arma", probabilmente in un raptus di collera, pur avendo escluso fin dall'inizio un movente terroristico.
L'uomo, sposato e padre di tre figli, è originario della zona residenziale di West Derby, nell'area metropolitana di Liverpool, ed è stato descritto come una persona "insospettabile" da familiari e vicini.
